Tommasina ha 58 anni e da due combatte contro un cancro. Vive sul litorale abruzzese, dove si è trasferita anni fa per motivi di salute di un figlio. Ha un appartamento a Bergamo che ha affittato. L’inquilino è moroso: non paga da 15 mesi. Ora quei soldi servirebbero per le cure, e forse quell’appartamento potrebbe essere comodo per farsi curare all’ospedale Papa Giovanni. Il diritto alla salute si scontra con il diritto alla casa.
Esiste il diritto alla salute per i malati di cancro?
Sono una donna di 58 anni, malata di cancro dal novembre del 2011. Vivo in Abruzzo e sono proprietaria di un appartamento a Bergamo. Nel febbraio 2012, mese in cui io ho iniziato la chemioterapia, il mio inquilino ha cominciato a non pagare più l’affitto.
L’appartamento ha il riscaldamento centralizzato e io e mio marito da allora paghiamo il riscaldamento. Fino a maggio 2012 noi abbiamo pagato l’acqua per 7 persone. L’appartamento è stato concesso in locazione ad una sola persona, un cittadino indiano, ed era stato dato nel contratto un limite massimo di 5 persone. Adesso ci è stato chiesto un aumento per quanto riguarda la quota dell’acqua perché, come mi è stato spiegato da altri condomini, il mio inquilino non lavora più e fa l’affittacamere, quindi è aumentato ulteriormente il numero di persone e per il prossimo anno, noi dovremmo pagare 3.000 euro di condominio.
Nell’ottobre 2011 avevamo rinnovato il contratto facendone uno transitorio (scaduto nell’ottobre 2012) perché nostro figlio, nato a Bergamo e vissuto lì per un po’ di anni, nello scorso anno scolastico, voleva iscriversi alla facoltà di lingue. Mio figlio frequenta la facoltà di lingue a Roma dove ogni tanto può fermarsi dalla zia ma con molte spese nonché disagi.
Io ho fatto 15 mesi di terapia per il mio cancro e per una serie di motivi per tutto questo tempo sono stata a curarmi a 150 chilometri di distanza da casa. Inoltre ho fatto radioterapia (tutti i giorni per oltre un mese a 50 chilometri di distanza perché io vivo in un piccolo paese).
A maggio ho finito la cura, adesso ho fatto una Pet Tac e si sospetta qualcosa. Se dovessi rifare tutto di nuovo non saprei dove prendere i soldi; è per questo motivo che pensavo forse di trasferirmi di nuovo a Bergamo perché credo che il mio diritto alla salute venga prima del suo diritto alla casa.
Doveva esserci lo sfratto il 4 giugno ma è stato rinviato perché l’ufficiale giudiziario è ammalato. E io? Oggi ho fatto la mammografia ma non mi hanno dato una risposta certa.
Vorrei poter utilizzare la mia casa ed i miei soldi per poter accedere a strutture specializzate come gli ospedali di Bergamo o di Milano.
Tommasina Di Cola
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