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Retromarcia

Grillo non firma il referendum radicale, l’ha convinto Di Pietro

Se fino a sabato scorso Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle voleva appoggiare la campagna referendaria dei Radicali sulla riforma della giustizia, oggi Antonio di Pietro, bergamasco già segretario dell'Italia dei valori informa la stampa di averlo convinto del contrario.

Se fino a sabato scorso Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle voleva appoggiare la campagna referendaria dei Radicali sulla riforma della giustizia, piaciuta fin da subito ai coordinatori regionali pidiellini e al loro leader indiscusso che con la giustizia ha da sempre qualche scaramuccia, oggi Antonio di Pietro, bergamasco già segretario dell’Italia dei valori informa la stampa di averlo convinto del contrario.

“Ora ho capito, e certo non mi metto con Berlusconi a fare una battaglia contro i magistrati”, pare abbia detto Grillo al telefono con Tonino, politico fra i pochi da lui stimati, insieme a Pannella, che, secondo Di Pietro col suo referendum si avvicina troppo alla linea dei berlusconiani.

Così il fondatore dell’IdV, che da tempo intrattiene rapporti con Grillo, ha scritto una lettera aperta sul suo blog: “Caro Beppe, in questi anni molte battaglie ci hanno accomunato e molte volte siamo scesi insieme in piazza per difendere la Costituzione e lo Stato di diritto. Ci siamo spesso trovati uno accanto all’altro per proteggere il Paese contro il tentativo di alcuni spregiudicati di impossessarsi delle istituzioni per piegarle a proprio uso e consumo”.

Poi l’appello: “Non puoi tuonare contro il sultano di Arcore, colui che ha distrutto questo Paese e che lo tiene in ostaggio da 20 anni, e poi aiutarlo nel suo intento di punire i magistrati e di bloccare il sistema giustizia“.

Di Pietro spiega anche cosa comporta la separazione delle carriere, prevista dal referendum in questione: “Altro non è, caro Beppe, che l’anticamera dell’esclusione dell’obbligatorietà dell’azione penale, attraverso il controllo dell’esecutivo sul pubblico ministero. Sarebbe una cosa gravissima perchè, in sostanza, verrebbe a mancare uno dei cardini della nostra Carta costituzionale: l’autonomia della magistratura”.

Una missiva che ha convinto il capo dei grillini a non sostenere il referendum radicale.

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