Scoppia il caso istituzionale sull’arrivo del ministro Cécile Kyenge a Bergamo. L’esponente del governo Letta è attesa giovedì 11 luglio in prefettura “per incontrare le istituzioni” – così recita il comunicato del segretariato migranti della Diocesi di Bergamo. Il padrone di casa, il presidente della Provincia Ettore Pirovano, non ne sa nulla. “Davvero? Io non incontro nessuno. Non ho ricevuto alcun invito anche se sono a venti passi dalla porta del prefetto. In ogni caso, se l’invito arrivasse oggi, credo che sia fuori tempo massimo. Tra l’altro è piuttosto curioso che un ministro venga nell’edificio di cui la Provincia è proprietaria e io non lo sappia”. Non è chiara la motivazione del mancato invito. Pirovano non ne fa una questione politica. “So solo che sarebbe stato interessante uno scambio di opinioni su argomenti come lo Zaire, che conosco bene”.
Il presidente mantiene l’aplomb istituzionale, mentre il sindaco leghista di Spirano Giovanni Malanchini che intende organizzare una protesta. “I media diranno, a giornata trascorsa, che Bergamo l’ha accolta con favore ed ha accolto anche le sue proposte. Ma i baroni universitari, Diocesi e Prefettura non rappresentano i bergamaschi, non sono organi eletti. Vogliamo dire alla Kyenge che non la pensiamo come lei? Che un ministro, girovagando a spese dei contribuenti, deve incontrare anche i rappresentanti politici dei luoghi che lo ospitano? Che Bergamo e i Bergamaschi non sono coloro che incontrerà giovedì? Chi è d’accordo nel far giungere un chiaro messaggio di contrarietà della gente bergamasca rispetto alle politiche che sta portando avanti? Un po’ di fantasia e ci organizziamo”.
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