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Crisi

Treviglio, 56 esuberi alla Sinterama: scatta l’agitazione

Lo stabilimento, che produce filo sintetico, era interessato da una fermata temporanea con procedura di cassa integrazione ordinaria per calo di ordini da 5 settimane, e avrebbe dovuto riprendere le produzioni lunedì 1 luglio

Gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire. Venerdì 29 giugno la direzione di Sinterama Spa, con sede a Sandigliano, in provincia di Biella, e vari stabilimenti produttivi in Italia e all’estero, ha comunicato alla rsu aziendale e alle organizzazioni sindacali la cessazione dell’attività nello stabilimento di Treviglio e, di conseguenza, una richiesta al ministero per una CIGS di 24 mesi per 56 persone.

Lo stabilimento, che produce filo sintetico, era interessato da una fermata temporanea con procedura di cassa integrazione ordinaria per calo di ordini da 5 settimane, e avrebbe dovuto riprendere le produzioni lunedì 1 luglio. “Invece, 3 giorni prima, la amarissima e inaspettata sorpresa – commentano Massimiliano Ratti, della Filctem CGIL e Gianluigi Cortinovis, della Uilta Uil – la società ha deciso di trasferire le produzioni nel sito di Saluzzo in Piemonte, acquisito lo scorso anno, nonostante ci fossero state date ampie rassicurazioni che tale acquisizione non avrebbe avuto riflessi negativi su Treviglio. Inoltre pochi mesi fa l’azienda aveva pagato comunque il premio di risultato 2012, nonostante non fosse stato rinnovato l’accordo, proprio in funzione dell’ottima performance effettuata dal sito di Treviglio. Di più: un mese e mezzo fa si era trovata l’intesa di massima rispetto al nuovo premio di risultato”.

I sindacati sottolineano: “Tutto ciò rende ancora più inaccettabile la decisione aziendale che lascia senza lavoro 56 persone, che per anni con la loro opera hanno contribuito a fare di questa azienda un leader nel settore. L’assemblea dei lavoratori (svoltasi fuori dalla sede aziendale, in quanto non ci è stato permesso di farla all’interno) ritiene questa decisione non accettabile, sia nella forma che nella sostanza, e chiede di aprire un tavolo di trattativa nel più breve tempo possibile per provare a far cambiare idea all’azienda. Per questo l’assemblea ha deciso di dichiarare lo stato di agitazione e di promuovere tutte le iniziative che riterrà opportune a sostegno della vertenza”.

L’azienda e i rappresentanti sindacali hanno fissato un primo incontro giovedì 11 luglio alle 15 in Confindustria a Bergamo per discutere della situazione. Contemporaneamente all’esterno della sede i lavoratori si riuniranno in un presidio di protesta.

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