Con la maxi inchiesta sul mondo ultras a Bergamo che sta per entrare nel vivo, la frangia più calda del tifo atalantino ha voluto farsi sentire. Per commentare a modo suo, con uno striscione esposto al rondò delle Valli, a Bergamo (proprio a pochi metri di distanza dal comando provinciale dei carabinieri), che esprime tutto il malcontento per un’inchiesta, quella condotta dal pm Carmen Pugliese, a suo dire ingiusta: "Agli ultras il maxi processo, ai veri delinquenti tutto è concesso" si legge.
In totale l’indagine ha coinvolto 151 persone, tra cui una cinquantina di tifosi catanesi coinvolti negli scontri di tre stagioni fa e due volti noti bergamaschi, l’esponente leghista Daniele Belotti e il "Bocia" Claudio Galimberti. Il giudice per l’udienza preliminare Patrizia Ingrascì deve fissare la prima udienza in cui verrà deciso quanti tifosi mandare a processo. Daniele Belotti è entrato nell’inchiesta per la nota vicinanza al mondo ultras.
Gli atti di guerriglia al centro dell’attenzione sono numerosi: tra questi gli scontri con i tifosi del Catania nel settembre del 2009 che vedono indagati anche 55 ultrà della città etnea, quelli con gli interisti del dicembre 2009 e il vero e proprio assalto alla Bèrghem Fest di Alzano nell’agosto del 2010 alla presenza di ben tre ministri tra cui quello dell’Interno, al tempo, Roberto Maroni.
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