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Confesercenti

Sabato iniziano i saldi ma Fismo è critica: non risolveranno i problemi

Gli sconti saranno l'occasione per invertire il trend negativo delle vendite. Ma il presidente bergamasco di Fismo Orfeo Lumina avverte: “Il vero problema è il calo del potere d'acquisto delle famiglie. E i margini bassi rendono difficile persino coprire i costi di gestione”.

I saldi estivi, in partenza in tutta Italia il 6 luglio, saranno un’occasione per clienti e commercianti. La crisi dei consumi e la situazione climatica incerta hanno rallentato le vendite primaverili. La speranza è che il periodo promozionale dia un’accelerata e conceda un po’ d’ossigeno ai commercianti, più che mai penalizzati dalla crisi economica.

Il 2013 ha infatti registrato un continuo calo delle vendite dell’abbigliamento, diminuite nei primi quattro mesi del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2012. Alla riduzione dei consumi è corrisposta una significativa emorragia di imprese: il settore ha visto un saldo negativo di oltre 4.000 negozi, spariti senza essere sostituiti. Secondo le rilevazioni condotte da Fismo Confesercenti sui suoi associati, gli sconti iniziali praticati dagli esercenti dell’abbigliamento in questi saldi estivi saranno più alti del solito: sarà molto comune vedere ribassi del 50% fin dal primo giorno, mentre lo sconto minimo non dovrebbe scendere sotto quota 30%. Secondo le stime dell’associazione di imprese della moda, lo scontrino medio dovrebbe attestarsi sui 165 euro, comunque in flessione (-10% circa) sul valore di 184 euro registrato nell’estate 2012.

Orfeo Lumina, presidente bergamasco di Fismo (Federazione Italiana Settore Moda), sottolinea però che i saldi non possono essere visti come la soluzione dei problemi della categoria. “Nei quattro mesi di sconti non possiamo aspettarci miracoli, anche perché con i margini così bassi non si coprono i costi di gestione. Se non si troveranno rimedi profondi per il settore c’è il rischio di assistere a nuove chiusure – rileva Lumina – Bisogna lavorare per ristabilire un giusto e più equilibrato rapporto tra cliente e negoziante durante tutto l’anno. Gli acquisti andrebbero fatti ad inizio stagione, quando c’è più assortimento e il consumatore può ricavare una maggior gratificazione. Questo però non può accadere se il potere d’acquisto delle famiglie è sempre più ridotto: la gente non compra se non ha i soldi in tasca. I saldi non risolvono i problemi né dei consumatori né delle imprese, sempre più in difficoltà. La verità è che serve una visione: dobbiamo capire quale può essere il futuro della categoria negli anni a venire”.

Lumina invita poi a fidarsi dei commercianti: “Siamo stanchi di leggere e sentire che qualcuno mette in guardia dalle fregature: dobbiamo essere seri, i negozianti non ingannano i clienti. Tantomeno durante i saldi”.

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