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Fatti e misfatti

Calcio, ennesimo scandalo Perché l’Atalanta è sempre coinvolta?

Luciano Passirani analizza la settimana estiva che ci siamo appena messi alle spalle, quella in cui l'ultima bufera legata al fisco si è abbattuta sul mondo del calcio. E si chiede: "Perché i nerazzurri sono sempre chiamati in causa?".

di Luciano Passirani

Di fatto, senza eufemismi, le notizie della settimana ci riportano a turbolenti estati atalantine, fortuna vuole che questa volta siamo parte di un’inchiesta della Guardia di Finanza che accomuna quasi il cento per cento delle società italiane. Ma che si parli di calcioscommesse o di presunta illecita fiscalità nei contratti di taluni giocatori, la verità è che ci siamo dentro, un’altra volta. Piaccia o non piaccia.

Avremmo sperato di essere come il Bologna, la dotta, come Guccini celebra la città in una sua ballata, non siamo nemmeno come Cellino che costruirà pure stadi abusivi solo per il piacere di farseli abbattere, però almeno in questa storia come in quella delle scommesse ne è rimasto alla larga. Troppo furbo o troppo onesto?

Non siamo né furbi, né troppo onesti e ora nemmeno troppo bergamaschi, visto che in società dominano altri dialetti ormai.

Spiace per gli splendidi 16mila fedelissimi incontrati alla marcia atalantina, ma la sensazione che si vive è questa, per stare a parlare di noi. Se questo è il valore aggiunto che attribuivamo a Marino, continuo a chiedermi dove stiamo andando.

Da questa vicenda non so come usciremo. Qualcuno ipotizza che si possa incorrere nella violazione dell’articolo sulla slealtà sportiva, che significherebbe una nuova penalizzazione. Ci consoleremo con l’essere in buona compagnia. Ma non basta. Rispetto alle altre società coinvolte, l’Atalanta risulta avere un rapporto molto stabile con Leo Rodriguez, ex atalantino nonché procuratore di Denis, Parra, Matheu, soprattutto molto coinvolto nell’inchiesta che lo vede indagato per associazione a delinquere finalizzata all’evasione e alla frode fiscale, al fianco di un certo Alessandro Moggi, procuratore invece del nostro avvocato Stendardo.

Ancor più vero che la Procura di Napoli, da cui è partita l’indagine, non ha chiesto a tutte le società coinvolte la stessa documentazione, nel caso dell’Atalanta risulta che l’indagine si focalizzi in particolare sui contratti conclusi tramite lo stesso procuratore argentino.

Di certo possiamo sperare che questa estate non arriveranno altri argentini in mongolfiera e forse le segnalazioni di Beppe Corti su giovani talenti scovati in Sudamerica avranno il giusto seguito, senza per forza passare dallo stesso procuratore. Sarebbe già respirare aria nuova.

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