Fin al giorno del suo insediamento il ministro Cècile Kyenge è stata tra gli esponenti più bersagliati dell’esecutivo Letta. Lo Ius soli non piace alla Lega Nord, a larga parte del Pdl e trova oppositori anche all’interno del Movimento 5 Stelle e dello stesso Pd. L’ultima critica autorevole arriva dal politologo Giovanni Sartori, che in un fondo pubblicato dal Corriere della Sera chiede: “Cosa ne sa di «integrazione», di ius soli e correlativamente di ius sanguinis?”
Se lo chiede anche Toni Iwobi: nigeriano, padano, assessore di Spirano, che ha sfiorato l’elezione in Consiglio regionale alle scorse elezioni. Quando nella Lega Nord si parla di integrazione (a dire il vero non è un argomento molto in voga negli incontri del Carroccio) il pensiero ricorre ad Iwobi, ormai diventato il “ministro ombra” in salsa padana.
Non c’è giorno in cui non venga scatenata una polemica contro il ministro Kyenge. Settimana scorsa una collega leghista è stata espulsa per aver scritto un commento pesante. Da leghista e da immigrato, come la vede? “Io non ce l’ho con la Kyenge, ce l’ho con il ministero di cui è titolare. Istituire il ministero per l’Integrazione è una scelta che non condivido assolutamente. E’ uno spreco inaccettabile in un momento in cui tanta gente deve affrontare sofferenze inimmaginabili”.
Non serve l’integrazione? “Certo che serve, ma non si attua tramite un ministero. Quella di integrarsi è una scelta che appartiene ai singoli individui. E’ una questione di buona volontà di qualsiasi straniero, che può accettare la realtà del paese ospitante”.
Come può essere incentivata la “buona volontà” di cui parla? “Ad esempio attraverso le leggi, che comunque esistono già, per favorire percorsi di tutela”.
E dello Ius soli che pensa? “Esiste già, le opportunità per diventare cittadini italiani non mancano. Siamo in un paese libero”.
Quindi questo ministero è soltanto una mossa politica? “Forse la sinistra l’ha visto come un escamotage per discostare l’attenzione. La gente chiede di sopravvivere, non di fare leggi che non servono a niente”.
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