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L'evento

I lettori di BgNews raccontano il concerto di Niccolò Fabi fotogallery video

Bergamonews, che ha messo in palio i tagliandi in collaborazione di Promoberg, ha deciso di regalarvi una recensione del concerto di martedì sera tutta nuova, scritta con l’aiuto di chi quei biglietti li ha vinti.

Scatenato e poi intimo, sfrenato e poi dolce, ma sempre libero, sciolto e padrone del palco. Niccolò Fabi martedì sera è tornato a Bergamo con qualche capello grigio in più ma comunque tirato a lucido. E non poteva essere altrimenti: al Lazzaretto, per il Summer Sound Festival di Promoberg, doveva portare il suo ultimo splendido lavoro, "Ecco".

"Elementare", "Io", "Sedici modi di dire verde", "Ecco", "Indipendente", "Una buona idea", "Lontano da me", "I cerchi di gesso" e una versione tanto improvvisata quanto ben riuscita di "Le cose che non abbiamo detto", trasformata per l’occasione in una versione rock: i brani dell’ultimo album, escluso "Verosimile", sono stati proposti tutti, con il pubblico che si è anche potuto gustare alcuni pezzi che hanno fatto la storia della carriera del cantautore romano, da "Costruire", che Fabi ha cantato con l’aiuto dei fan, a "Oriente", da "Il negozio di antiquariato" a "Vento d’estate", da "E’ non è" a "La promessa", senza dimenticare "Nel centro", "Offeso" e "Solo un uomo", e per poi salutare il pubblico, come da prassi, con la sempreverde "Lasciarsi un giorno a Roma".

Bergamonews, che ha messo in palio i tagliandi in collaborazione con Promoberg, ha deciso di regalarvi una recensione del concerto tutta nuova, scritta con l’aiuto di chi quei biglietti in palio li ha vinti e ha partecipato come pubblico all’esibizione di Niccolò Fabi al Lazzaretto. Eccovi le sensazioni e le emozioni della serata raccontate da Guido e Giacomo.

 

Guido

Questo è il primo concerto del tour estivo di "Ecco" e, rispetto a quello invernale-teatrale, ha subito qualche ovvia modifica. Ha fatto piacere riascoltare brani come "Nel centro" che mancavano da un po’ nelle scalette. Le canzoni del nuovo album ci sono quasi tutte… ma ormai col repertorio che ha alle sue spalle ogni canzone "vecchia" tolta per fare spazio ad una nuova lascia sempre un buco. E, purtroppo, il concerto alle 11.30 doveva finire. L’aspetto più interessante secondo me da sottolineare è la grande intesa tra tutti i musici che erano sul palco: non è solo Niccolò ma è tutto il collettivo che dà forza alle canzoni e le fa diventare travolgenti. L’improvvisazione della canzone "Le cose che non abbiamo detto", ad insaputa anche dei tecnici audio, fa capire l’alta qualità e l’affiatamento del gruppo. E soprattutto, come ha detto Niccolò: "Suonare è ancora giocare". Significa che ciò che stai trasmettendo al pubblico è frutto ancora della tua passione, del tuo divertimento lontano da logiche e vincoli commerciali e di etichetta. Praticamente sono ancora il classico gruppo che si diverte a suonare nello scantinato con le scatole delle uova che fanno da parete acustica.

Giacomo

Niccolò Fabi attraverso le sue parole e i testi delle sue canzoni è in grado di entrare in profondità nell’animo umano delle persone e, ogni volta che lo ascoltiamo, ci permette di richiamare e risvegliare in noi i più significativi sentimenti che ci accomunano quali la gioia e l’amore, ma anche la sofferenza e la fatica, la speranza, la volontà, le relazioni di ascolto e di accoglienza.

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