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Guerra fra bande

Albanese gambizzato a Genova: era evaso dai domiciliari a Romano

Elird Rama, 35 anni, era ricercato dall’agosto scorso quando era scappato dagli arresti domiciliari nella sua casa nella Bassa per reati di droga. Ferito da un proiettile davanti alla stazione di Cornigliano, è salvo per miracolo. Si pensa ad un regolamento di conti.

L’albanese gambizzato domenica mattina Genova era ricercato dall’agosto scorso, quando era riuscito a scappare dagli arresti domiciliari a Romano di Lombardia, dove stava scontando una pena per reati di droga.

Elird Rama, 35 anni, si è salvato per miracolo. Ieri all’alba è stato centrato da un colpo di pistola mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Cornigliano. È riuscito a scappare, a raggiungere l’abitazione di un cugino. Il giovane ha suonato il campanello, ha chiesto aiuto: da lì è partita la richiesta dei soccorsi al "118". Una guerra fra bande di albanesi e romeni, che da più di 10 anni insanguina i marciapiedi genovesi per il controllo del territorio, del mercato della droga e della prostituzione; ma anche estorsioni, racket e videogiochi sarebbe all’origine dell’ennesimo agguato. Malavita organizzata insomma.

Gli agenti domenica mattina hanno raggiunto la vittima al Pronto Soccorso di Sampierdarena. L’albanese non ha saputo dire chi gli ha sparato. Peraltro, ha fornito false generalità, ha mostrato una patente albanese, intestata a Ceci Abmir, di 36 anni. Un controllo alla banca dati del Ministero dell’Interno e il confronto con le impronte digitali è bastato per scoprire che si tratta di Elird Rama, di 38 anni: pregiudicato, con diversi precedenti per droga, agli arresti domiciliari a Bergamo fino all’agosto del 2012 da quanto poi si è reso irreperibile.

Il pregiudicato, piantonato nel reparto detenuti dell’ospedale di San Martino (le sue condizioni non sono gravi e nelle prossime ore sarà operato per estrarre schegge della pallottola) non ha saputo nemmeno spiegare che cosa ci facesse a Genova. Dice di essere uscito dal bar, dopo un caffè. Avvicinato da un tizio sui 30 anni, di carnagione chiara (forse rumeno), che lo ha chiamato: "Ehi, pezzo di m…".

Poi il colpo, a meno un metro di distanza. Le indagini sono ancora in corso.

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