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Welfare

Asili, mense e bollette Il nuovo “riccometro” stanerà i furbetti: sicuro?

Il “riccometro” ha ottenuto il primo via libera da Governo, Comuni e Regioni: per l’ok definitivo dovrà passare dalle commissioni parlamentari. Si propone come strumento di equità sociale: sarà davvero così?

Con l’approvazione della Conferenza unificata tra Governo, Comuni e Regioni il “riccometro” si avvia verso i blocchi di partenza: dopo il redditometro, che metterà alle corde i furbetti del fisco, il nuovo Isee darà battaglia nel campo del welfare.

Il primo sì, arrivato giovedì 13 giugno, apre al decreto le porte del Consiglio dei ministri, forse già sabato, prima di passare in Parlamento e tornare a Palazzo Chigi per l’ok definitivo che dovrebbe arrivare entro l’anno. Per ottenerlo c’era bisogno dell’approvazione delle Regioni che hanno dato parere favorevole dopo la garanzia di poter applicare qualche correttivo.

L’indicatore della situazione economica equivalente è il pass per l’accesso a prestazioni sociali agevolate, che possono essere assegni di maternità, asili nido, mense scolastiche, libri, borse di studio, agevolazioni per le tasse universitarie, contributi per gli affitti, agevolazioni economiche su bollette di luce e gas o bonus sui canoni telefonici. Più sconti per chi ha nuclei familiari numerosi o disabili in casa.

Insomma, il nuovo Isee si propone come strumento di equità sociale ma, come sempre, è atteso dalla prova sul campo: misurerà la ricchezza, stilando comune per comune le graduatorie di chi ha diritto ai servizi sociali, tenendo conto non soltanto del reddito dichiarato nel 730 ma anche di tutte le altre entrate, dei beni mobili (azioni, obbligazioni, conti correnti) e immobili (anche se si trovano all’estero). Non basteranno le autocertificazioni: i dati verranno incrociati con la banca dati del Fisco.

Questo dovrebbe limitare di molto l’accesso alle prestazioni agevolate, eliminando dalle graduatorie chi dichiara redditi bassi ma poi ha villa, yacht e auto di lusso e che, inevitabilmente, toglie risorse a chi ne ha realmente bisogno.

Se l’ok delle commissioni parlamentari dovesse arrivare in tempi brevi si farebbe largo anche l’idea di usare il riccometro per calibrare anche la nuova Imu: legandola all’Isee, e non più al puro reddito, si avrebbe un quadro più rappresentativo e completo della situazione economica delle famiglie.

Un’altra novità importante è l’introduzione dell’Isee corrente, ovvero la possibilità, in caso di significative variazioni (può essere il caso di un’improvvisa perdita del posto di lavoro), di poter calcolare una nuova situazione economica, riferita a un tempo più ravvicinato e quindi sempre più fedele alle reali condizioni delle famiglie.  

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