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Le indagini

Trincea del nuovo ospedale Indagati i direttori Nicora e Peter Assembergs

Abuso d’ufficio, questa è l’accusa rivolta al direttore generale del nuovo ospedale Giovanni XXIII Carlo Nicora e al direttore amministrativo Peter Assembergs. Secondo gli inquirenti la direzione avrebbe assegnato i lavori per la realizzazione della trincea senza una gara d’appalto e senza che ci fosse il requisito di imprevedibilità dell’opera.

Abuso d’ufficio, questa è l’accusa rivolta al direttore generale del nuovo ospedale Giovanni XXIII e al direttore amministrativo Peter Assembergs. Secondo gli inquirenti la direzione avrebbe assegnato i lavori per la realizzazione della trincea senza una gara d’appalto e senza che ci fosse il requisito di imprevedibilità dell’opera. Secondo il magistrato era sì necessaria e altrettanto prevedibile, visto che è noto a tutti, compresi i progettisti, che l’area della Trucca sia acquitrinosa. Inoltre la trincea non ha ancora ricevuto il collaudo perché, secondo i primi rilievi, non funzionerebbe come previsto.

Del caso si sono occupati a più riprese anche Micromega e l’Italia dei Valori in Regione Lombardia con le interrogazioni dell’ex consigliere Gabriele Sola. “La trincea o è necessaria per evitare le infiltrazioni o non lo è – spiegarono il 16 novembre 2011 Rocco Gargano e Roberto Trussardi – Fino a pochi mesi fa la Regione ha affermato che le infiltrazioni di acqua nella nuova struttura ospedaliera erano dovute ad una “imperfetta esecuzione delle opere di impermeabilizzazione” da parte dell’impresa esecutrice dei lavori e che la realizzazione della trincea avrebbe risolto i problemi delle infiltrazioni. Pare evidente che in questo caso l’opera non può essere a carico delle casse dell’Azienda ospedaliera ma ogni onere dovrebbe gravare sull’impresa che ha eseguito – a detta della Regione – erroneamente i lavori. Se invece la trincea doveva essere fin dall’inizio prevista come opera indispensabile per abbassare la pressione dell’acqua della falda (come affermato da una perizia del 2002 dello Studio di Ingegneria Ceretti di Milano) dovrebbe farsene carico chi non la previde (sbagliando) in sede progettuale. Infine, se si ritiene (come si afferma da ultimo) che l’opera non sia necessaria, l’esborso da parte dell’azienda ospedaliera di un 1 milione e 200 mila euro sarebbe del tutto ingiustificato”.

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