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La riflessione

Abolizione del contributo pubblico ai partiti? Una bufala, ecco perché

Rocco Gargano e Roberto Trussardi di Micromega Bergamo, hanno fatto le pulci alle novità in materia di finanziamento pubblico dei partiti: dite la vostra.

Rocco Gargano e Roberto Trussardi di Micromega Bergamo hanno fatto le pulci alle novità in materia di finanziamento pubblico dei partiti: dite la vostra.

Spett. redazione,

ci permettiamo di scrivere un breve intervento per fare un po’ di chiarezza sull’ennesima “bufala” propinata dai partiti alleati di Governo PD e PDL ai cittadini italiani nell’evidente speranza che nessuno si informi e tutti si accontentino della rubrica del primo articolo del disegno di legge: abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.

Se qualcuno aveva tirato fuori la bottiglia di spumante per festeggiare, la rimponga pure: nessuna abolizione, anzi! E’ stato ricordato che dal 1994 a oggi i partiti politici italiani hanno incassato circa 2,5 miliardi di euro di finanziamenti, spendendone tuttavia solo 579 milioni.

Pare evidente che non si poteva passare d’un colpo da una condizione di vacche grasse a quella di un asceta, così si è pensato di spacciare per abolizione quella che sarà (forse) una piccola riduzione ma potrebbe anche essere un aumento!!.

Vediamo perché.

Viene introdotto (sul modello di quello che avviene per il finanziamento delle confessioni religiose) il meccanismo del versamento ai partiti del 2 per mille delle tasse pagate dagli italiani: ciascun contribuente potrà decidere di destinare il 2 per mille della propria imposta sul reddito al partito di suo gradimento oppure, in alternativa, allo Stato.

A quanto ammonta il 2 per mille?

Se nel 2010 l’otto per mille ammontava a circa un miliardo e duecento milioni, è sufficiente dividere per quattro questo importo ed il conto è presto fatto.

E cosa succederà al due per mille di chi nulla dirà (non optando né per i partiti né per lo Stato)?

I finanziamenti arriveranno lo stesso ai partiti!

In sostanza: i soldi delle mie tasse vanno ai partiti salvo che io lo vieti.

Peccato che, come dimostrato dal finanziamento alle confessioni religiose, i cittadini che non optano per alcuna scelta siano la maggioranza e che dunque si farà forza sull’inerzia, ignoranza o mera disattenzione dei cittadini per far affluire un fiume del nostro denaro nelle casse dei partiti.

Non solo: è stata prevista la possibilità di fissare una soglia massima di spesa da destinare al 2 per mille, che attualmente non risulta indicata nella bozza del disegno di legge (art. 4 comma 4).

Tuttavia da indiscrezioni giornalistiche pare che questa soglia si potrebbe aggirare sui 61 milioni di euro all’anno, che vorrebbe dire 330 milioni di euro sui cinque anni di legislatura contro gli attuali 160 milioni di cosiddetti rimborsi elettorali!!!

Ogni ulteriore commento appare più che superfluo!

Sarà poi possibile per i cittadini italiani effettuare delle donazioni ai partiti con una detrazione fino al 52% con un trattamento assai più favorevole rispetto a quello cui ha diritto chi vuol sostenere la ricerca sul cancro o un orfanotrofio in India.

Ma, si sa, i partiti sono molto più meritevoli di questi sfaccendati che si permettono di perdere il loro tempo per cercare la cura contro malattie mortali o aiutare chi vive in miseria…

Non solo. Evidentemente non paghi, hanno stabilito che il Demanio dovrà concedere “gratuitamente” ai partiti “almeno” in ogni capoluogo di provincia (almeno!) le sedi dove svolgere la propria attività politica (alla faccia di tutte le associazioni di volontariato che bussano annualmente ai comuni per avere un buco dove riunirsi e ricevono spesso e volentieri la porta in faccia) e che la RAI, anche al di fuori dei periodi di campagna elettorale, dovrà concedere “gratuitamente” spazi televisivi per trasmettere i loro messaggi pubblicitari!

Senza considerare che rimarranno intonsi l’esenzione dell’Imu per le sedi politiche, i contributi pubblici alla stampa di partito (circa un miliardo di euro dal 1990 a oggi), le agevolazioni postali per il materiale elettorale e i finanziamenti ai gruppi dei consigli regionali (nel solo Lazio si distribuivano ai gruppi 14 milioni di euro l’anno). 

Insomma, altro che abolizione del finanziamento pubblico: gli allegri compari di Pd e Pdl vendono fumo tenendosi ben stretto l’arrosto.

Evidentemente il lupo perde il pelo ma non il vizio. 

Per Micromega Bergamo

Rocco Gargano

Roberto Trussardi

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