Oltre a una primavera scomparsa dal calendario, il maltempo sta avendo effetti negativi anche sul settore abbigliamento con i commercianti che faticano a vendere i capi estivi. Il grido di dolore maggiore è quello lanciato dai commercianti romani che denunciano vendite in calo del 70% e chiedono di posticipare ad agosto i saldi nella capitale: l’imminente inizio dei saldi, infatti, rischia di mettere in ginocchio la categoria che si vedrebbe costretta a vendere a prezzi quasi dimezzati tutta la merce acquistata a prezzo pieno.
Una proposta che trova il favore di Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento e Calzature di Ascom Bergamo e consigliere nazionale di Federmoda, che si allinea all’idea lanciato dai colleghi romani: “Dopo lo stop alla sperimentazione sulle vendite promozionali annunciata dalla Regione Lombardia, che abbiamo già accolto in maniera positiva, allungare il periodo della vendita tradizionale sarebbe la giusta chiusura del cerchio – commenta Pedrali – Dopo aver fatto il quadro, gli si metterebbe intorno anche la cornice. Parliamoci chiaramente, nel nostro settore chi non sarebbe contento di un prolungamento? Magari sarebbe difficile arrivare ad una soluzione condivisa su tutto il territorio nazionale ma credo che in ambito regionale si potrebbe arrivare ad un’intesa. Per noi sarebbe importante avere un ulteriore mese di vendita tradizionale prima dei saldi”.
“Quello dell’Abbigliamento e delle Calzature è un settore in crisi – prosegue Pedrali – Vendiamo un prodotto già finito, non possiamo inventarci nulla: ci limitiamo a proporre al cliente che poi compra in base alle proprie necessità. A Bergamo registriamo un calo delle vendite del 60% ed è dall’ottobre del 2008 che siamo in territorio costantemente negativo. È vero che nel periodo di vendita promozionale si hanno maggiori transazioni, come sottolineava il presidente di Federmoda Italia Renato Borghi, ma sono meno cospicue, il valore dello scontrino è minore”.
Anche sull’incidenza del maltempo che non dà tregua, Pedrali dà ragione ai commercianti capitolini: “Non abbiamo ancora venduto i capi primaverili, normale che anche quelli estivi siano in ritardo. Con la crisi le famiglie hanno meno disponibilità economica e si tende ad acquistare un capo che possa andare bene per più periodi dell’anno”.
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