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Bergamo

Due delitti, un movente: una tonnellata di droga non pagata ai narcos

In un'operazione dei carabinieri per traffico internazionale di stupefacenti è stata decapitata un'organizzazione criminale che importava stupefacente dal Sudamerica, dalla Spagna e dall’Olanda. Ecco il movente che ha portato all'uccisione nel 2007 di Leone Signorelli a Castelli Calepio e di Giuseppe Realini a Chiuduno.

Il movente è chiaro: un traffico di droga non saldata. Cocaina dalla Colombia, hashish dall’Olanda e dalla Spagna. Per questo motivo sarebbero stati uccisi Leone Signorelli, il cinquantanovenne di Castelli Calepio freddato sull’uscio di casa la sera del 25 aprile 2007, e Giuseppe Realini, pure lui ucciso davanti alla sua abitazione di Chiuduno 5 mesi più tardi perché diventato testimone scomodo. Una tonnellata di cocaina, hashish e marijuana che i carabinieri del Ros, e con i militari dell’Arma delle Compagnie di Clusone e Breno, hanno sequestrato in circa sei anni grazie agli spunti che l’indagine sull’omicidio dei due bergamaschi ha fornito. Signorelli e Realini sarebbero stati uccisi per una partita di denaro, che ammonta a circa 700 mila euro, che Signorelli s’era incaricato di recuperare inutilmente e per punirlo perchè aveva realizzato una vera e propria raffineria della droga – scoperta dalla polizia a Telgate nel 2004 – senza il via libera della potente organizzazione criminale. 

Sono alcunu dei particolari emersi da un’articolata attività dei carabinieri delle Compagnie di Breno, in provincia di Bresia, e Clusone con i carabinieri del Ros che hanno eseguito 8 provvedimenti restrittivi, effettuando più di 30 perquisizioni nelle Provincie di Brescia, Bergamo, Roma, Verona e Cagliari.

Cinque le persone arrestate in flagranza di reato durante le perquisizioni di questa mattina che hanno permesso di recuperare armi e droga. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia ed avviata a seguito dell’uccisione di due pregiudicati avvenuta in provincia di Bergamo nel 2007 (Leone Signorelli e Giuseppe Realini), ha fatto emergere la presenza di più organizzazioni dedite al narcotraffico dal Sudamerica, dalla Spagna e dall’Olanda, tra cui quella di cui agli arresti odierni, composta quasi esclusivamente da Italiani, con base operativa nella Val Camonica e nell’alto Sebino. L’operazione, denominata “Chamaleon”, è stata eseguita con il supporto di un elicottero dell’Elinucleo carabinieri di Bergamo, di unità cinofile antidroga ed anti esplosivo, nonché di un contingente del 3° Battaglione carabinieri Lombardia.

Lo stupefacente veniva importato dalla Spagna e dall’Olanda in Italia a bordo di furgoni e camion. L’attività del gruppo criminale era destinata a rifornire il mercato della droga nella Val Camonica, nell’alta provincia Bergamasca e nella città di Brescia. Nel corso dell’attività sono già state arrestate ventuno persone in flagranza di reato, sequestrando circa cinquanta chilogrammi di cocaina, venti chilogrammi di hashish, cinquanta chilogrammi di marijuana due pistole con matricola abrasa complete di munizionamento detenute clandestinamente e circa 310 mila euro in contanti ricavo dell’attività illecita. L’attività odierna si inserisce nel quadro investigativo più ampio fotografato dall’indagine Quito dei carabinieri del Ros, pure coordinata dalla Dda di Brescia, nel corso della quale era già stato arrestato in Spagna un latitante ed erano stati sequestrati, nel novembre 2011, circa 400 chilogrammi di cocaina provenienti dall’Equador.

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