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Il mistero di bonate

Preghiere e discussioni La Madonna delle Ghiaie continua a dividere

Come ogni anno a metà maggio la piccola frazione di Bonate Sopra viene letteralmente invasa dai devoti della Vergine. Anche se le apparizioni mariane, a distanza di 69 anni, non sono ancora state riconosciute dalla Chiesa.

E’ stata ribattezzata la “Fatima d’Italia” non a caso, anche se ancora oggi la Chiesa ne proibisce ogni forma di devozione. Sono giorni di fermento, questi, per le Ghiaie di Bonate. I devoti della Madonna arrivano a fiumi, e c’è persino chi si è attrezzato con pullman e pranzo al sacco.

I cristiani bergamaschi ogni anno a metà maggio hanno una tappa fissa. Lì, davanti a quella piccola cappella costruita nel 1945 pochi giorni dopo la fine della guerra in Italia, quando ancora si contavano i morti di quello che sarebbe stato ricordato come il conflitto più sanguinoso del ‘900, sono centinaia le persone che pregano la Madonna delle Ghiaie. Eppure non tutti sono contenti di questo. La Curia di Bergamo, per esempio, ha sempre seguito la strada imposta dalla Chiesa di Roma che non ha mai permesso che le apparizioni del 1944 – avvenute a partire proprio dal 13 maggio giornata in cui si celebra la Madonna di Fatima – fossero riconosciute e venerate.

Chi è, quindi, Adelaide Roncalli, colei che in quei pomeriggi di maggio fece gli incontri con la Vergine? Per qualcuno la prescelta che ebbe la fortuna di incontrare la Madonna. Ma per altri una bambina fantasiosa. Don Luigi Cortesi, infatti, per anni indagò su quelle misteriose apparizioni che arrivarono alle orecchie persino dei tedeschi durante il periodo dell’occupazione. Com’era possibile che un bambina di 7 anni riuscisse a radunare 500mila persone in un campo nella provincia di Bergamo? Raccontava davvero delle fantasie personali o in quei tredici giorni qualcosa successe per davvero?

Domande che ancora oggi si aggirano come spettri su quella cappelletta delle Ghiaie di Bonate. Interrogativi che non sono mai interessati per davvero ai tantissimi devoti: loro, infatti, non si sono mai posti il dubbio circa la veridicità dei fatti raccontati dalla piccola Adelaide. A quella bambina hanno creduto allora e credono ancora oggi, nonostante la protagonista si sia allontanata dai riflettori e si rifiuti di parlare con giornalisti e curiosi da anni.

Poi ci sono i miracoli e i miracolati. Decine e decine di persone che, stando ai loro racconti, hanno ricevuto la grazia dalla Vergine dal manto verde e con le colombe in mano. Oggi sono loro i primi testimoni, sono loro che si stanno battendo perché la Chiesa possa riaprire i fascicoli sul caso che sono stati chiusi nel 1948, quando l’allora vescovo di Bergamo, monsignor Adriano Bernareggi, firmò il decreto “non consta” emesso poi il 30 aprile dello stesso anno, con una clausola sulle guarigioni che tiene accese le speranze dei tanti devoti: “…tuttavia non si escludeva che la Madonna, invocata fiduciosamente da quanti in buona fede la ritenevano apparsa per davvero, potesse aver concesso delle grazie speciali, premiando in tal modo la devozione a Lei”.

Intanto, i pellegrinaggi continuano, soprattutto in questi giorni di festa dove, tra una bancarella di dolciumi e un rosario in vendita a prezzi stracciati, sono migliaia i fedeli che si mettono in coda per inginocchiarsi davanti alla loro Madonna delle Ghiaie.

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