Tutto nelle mani di Pierluigi Bersani e del Partito democratico. Beppe Grillo ha lanciato la sfida: tutto inizia dal voto al nuovo presidente della Repubblica. Gli iscritti al M5S hanno scelto la giornalista Milena Gabanelli, che potrebbe fare un passo indietro così come ha fatto Gino Strada. A quel punto il voto dei 5 Stelle convergerebbe su Stefano Rodotà, apprezzato anche all’interno del Pd. Grillo è stato chiaro: “Cominciamo da lì. Poi vedremo: rimborsi elettorali, legge anticorruzione, incandidabilità di B. Magari troveremo una convergenza. Se non con lei, con i giovani del Pd”. I voti di Pd, Sel e Movimento 5 Stelle potrebbero eleggere il capo dello Stato addirittura alla prima votazione. “Penso che i nostri nomi siano un’opportunità per il Pd, se vogliono cambiare – spiega Dario Violi, consigliere regionale bergamasco del M5S -. Alle nostre Quirinarie hanno votato 48 mila persone, molti sostengono che siano poche, ma nessuno ha promosso questa consultazione. Spero che si trovi un accordo sui nomi. Secondo me si può arrivare a Rodotà, è il Pd che deve volere il cambiamento”. Sulla trasparenza delle Quirinarie Violi ci mette la mano sul fuoco: “Il nome della Gabanelli era già uscito da un sondaggio interno in Lombardia ed è lo specchio della veridicità delle votazioni. E’ stato tutto controllato da un ente di certificazione esterno, un processo assolutamente trasparente”.
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