Poche immagini ma determinanti per i poliziotti che lo stavano cercando in tutta Italia. Le immagini sono delle telecamere del centro commerciale "Le Acciaierie" di Cortenuova, in provincia di Bergamo. Una volta individuata la zona dove si era rifugiato, tra Brescia e Bergamo, non è stato difficile identificare i connazionali di Plaku Xhevedet, albanese, 33 anni, ricercato dal 22 febbraio scorso.
MANCAVANO GLI ATTI, IL KILLER ERA STATO SCARCERATO
Plaku era stato estradato dall’Albania lo scorso 10 gennaio perché ritenuto l’autore dell’uccisione di un connazionale Rapi Sali l’11 giugno 2000. In un agguato aveva ferito a morte, con due colpi della 7.65 alla testa, e aveva ferito Alfred Hasa sull’Aurelia, a Borghetto Santo Spirito a Savona. Un regolamento di conti, una guerra tra bande albanesi per il controllo delle prostitute che lavoravano lungo l’Aurelia. Individuare gli autori di quell’agguato non era stato facile ci vollero otto anni, ma alla fine gli inquirenti riuscirono ad identificare nel 2008 Besnik, detto "Nico", Plaku e Xhevedet, detto "Deti", Plaku entrambi all’epoca dei fatti residenti a Pinerolo ma domiciliati nel savonese. Nel processo del 2010 i due Plaku dovevano difendersi da accuse pesanti: omicidio, tentato omicidio, sequestri di persona, violenze su alcune ragazze straniere sfruttare.
Arrestato nel 2010 in Albania, Xhevedet era stato estradato in Italia all’inizio del 2013.
UN CASO DI MALAGIUSTIZIA
Il 22 febbraio 2013 Plaku era stato scarcerato per "mancanza di atti", i plici con la documentazione non erano stati inviati ai giudici del tribunale del Riesame di Genova, si tratta di atti del processo della Corte d’Assise. E così Plaku non era ancora stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia, obbligatorio entro i cinque giorni dalla notifica dell’ordinanza di custodia cautelare. Per evitare che Plaku tornasse in libertà il pubblico ministero Danilo Ceccarelli aveva emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto che gli è stato notificato in cella, ma quell’atto non arrivando a destinazione lasciò aperte le porte del carcere per il presunto killer albanese.
Plaku grazie ad alcuni amici connazionali aveva trovato rifugio a Bergamo e Brescia.
LE IMMAGINI DEL CENTRO COMMERCIALE DI CORTENUOVA
Grazie alle immagini di una telecamera di un centro commerciale "Le Acciaierie" di Cortenuova in provincia di Bergamo, i carabinieri sono riusciti ad individuare Plaku e poi a risalire ad alcune utenze telefoniche che sono state messe sotto controllo. Pochi giorni e i militari dell’Arma hanno avuto la certezza che Plaku si trovava in Olanda e così è stato necessario internazionalizzare il provvedimento giudiziario e renderlo efficace in ambito europeo.
La Corte di Assise di Savona, quindi, ha emanato il relativo mandato di arresto europeo il 22 marzo e, pertanto, si è attivata una stretta collaborazione con l’Interpol ed Eurojust (unità europea di cooperazione giudiziaria). Lunedì 15 aprile, dopo una conversazione captata a Savona, i carabinieri hanno segnalato immediatamente alla polizia olandese una possibile località dove poteva essere localizzato Plaku. Gli agenti olandesi, ricevuta la segnalazione, hanno eseguito un appostamento e hanno bloccato Plaku ponendo fine alla sua fuga. Il presunto omicida, oltre al processo in Italia, dovrà scontare in Albania 22 anni di carcere per un altro omicidio avvenuto nel paese delle aquile.
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