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Antonio Di Pietro: “Non sono finito Ora parlo con Grillo”

Beatrice Borromeo intervista per "Il Fatto Quotidiano" il fondatore dell'Italia dei Valori: Antonio Di Pietro. L'ex pm di Mani Pulite confida di avere in serbo un accordo con Grillo e annuncia che porterà in tribunale la trasmissione Report di Milena Gabanelli.

E dopo venti minuti buoni di autocritica, con le mani che coprono il volto ("Perché io non accuso gli altri prima di essermi preso le mie colpe, i peggiori danni me li sono fatti da solo, portando come un mulo certi insetti in Parlamento") Antonio Di Pietro tenta di convincere tutti, se stesso per primo, di non essere finito. E lo fa parlando dell’Italia dei Valori di domani. E del più utopico dei matrimoni: quello con il Movimento Cinque Stelle – fusione che, nel silenzio assoluto della sede Idv di Roma, con solo una decina di persone al lavoro e una bottiglia di vodka vuota che rotola in cucina – pare una speranza lontana più che una prospettiva concreta.

Di Pietro, da un mese è fuori dal Parlamento. Come sono oggi le sue giornate?

"Sono ancora il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo a chiuderlo. Giro di regione in regione, sempre in campagna elettorale. Non mi sono mai fermato".

(I fedelissimi, quei pochi rimasti, stretti attorno al capo, ripetono con affetto che lui tornerà in scena, che è proprio quando i telefoni smettono di squillare e gli inviti in tv scarseggiano che il leader mostra la sua tenacia. Arrendersi mai. Neanche dopo "la mia Waterloo", come la chiama Di Pietro).

Non si è preso del tempo per assimilare la sconfitta?

"Poco. Anche perché, lavoro a parte, mi sono dovuto occupare di problemi di salute. Ma non voglio parlarne, anche perché sono sotto controllo. Ora che ho superato i 60 anni, preferisco pensare al partito che lascerò, e assicurarmi che sopravviva.

E davvero, dopo la disfatta, a tendere la mano all’Italia dei Valori è proprio Beppe Grillo, vero vincitore delle ultime Politiche?

"Ne stiamo discutendo. Parlo spesso sia con Beppe che con Casaleggio, con cui ho già lavorato in passato. Ma prima del matrimonio dobbiamo capire cosa faremo da grandi: la coalizione di domani non può essere di pura protesta".

Lei non ha mai nascosto la sua vicinanza al grillismo. Piuttosto, è difficile credere che ci sia un’apertura da parte loro.

"Invece è così. Con la consapevolezza che un mio passo indietro sarebbe necessario, perchè l’Idv possa procedere senza pesi sulle spalle. D’altronde non aspiro a tornare in Parlamento. Farei non da padre nobile, ma da attivista del partito".

E sarebbe pronto a rinunciare di nuovo al suo simbolo?

"Piano, già per sposarsi dobbiamo essere in due, vuole pure sapere in che casa andremo ad abitare?"

Quindi la sua esperienza politica con Ingroia è conclusa?

"Io e Antonio ci sentiamo sempre, e siamo in grande sintonia. Ma il capitolo di Rivoluzione Civile si è esaurito con le elezioni. E poi l’alleanza era nata perché nessuno di noi avrebbe superato il quorum da solo: non potevamo frantumare pure l’atomo".

Quando si è reso conto che avrebbe perso le elezioni?

"É stata una lenta e costante discesa. É vero, però, che la puntata di Report ha segnato la fine. Eppure pensavo veramente di farcela, con Ingroia. Ne ero convinto. Col senno di poi, sarebbe stato meglio andare a perdere col mio simbolo".

Come ha reagito dopo la trasmissione?

"Col dispiacere di chi sa che è stata raccontata una storia vecchia, attraverso personaggi già condannati per avermi diffamato. Sto preparando una causa civile: non ce l’ho con la Gabanelli, ma voglio che un giudice terzo stabilisca la verità. Nell’altra stanza ci sono cinque scatoloni pieni solo di sentenze: ci sono ancora più di 300 processi in corso".

Fa sempre causa?

"Mai, quando la critica, anche violenta, è un’opinione. Quando mi dicono che non so parlare l’italiano non reagisco. Ma certi attacchi sono falsi, fatti solo per criminalizzarmi".

Pensa che Report non sia stato corretto?

"Penso molto peggio, ma ne parlerò solo quando avrò le carte che lo provano. E nel frattempo, come per tutto il resto, aspetto".

Beatrice Borromeo

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