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Alberto barcella

Emergenza Confindustria “Imprese in codice rosso Il voto ora è un suicidio”

Con l’incontro “Codice rosso – emergenza immediata” i presidenti di Confindustria Lombardia e delle dodici Associazioni federate lanciano l’ultimatum alla politica: niente voto, serve un governo stabile che metta subito al centro l’impresa e la crescita perché in gioco c’è la sopravvivenza di tutto il tessuto industriale.

Il grido di dolore è forte più che mai e questa volta vuole essere un ultimatum: “Codice rosso – emergenza immediata” è il forte allarme sulla tenuta del sistema produttivo e sociale delle regione lanciato dai più alti vertici delle dodici associazioni territoriali di Confindustria Lombardia, riunite tutte eccezionalmente nella sede degli Industriali lombardi.

Un evento insolito, come ha sottolineato il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Barcella, ma reso necessario dalla gravità di un contesto regionale in cui la produzione industriale ha subito un calo del 3,7%, i consumi interni si sono contratti del 3,2%, il reddito delle famiglie è calato del 3,8%, il tasso di disoccupazione è vicino all’8% e arriva a toccare il 25% per quanto riguarda i giovani, il ricorso alla Cassa integrazione è aumentato del 7,5% e il credito al settore produttivo si è ridotto del 4,9%.

“In quanto rappresentanti di quasi 20mila imprese che danno lavoro a 900mila persone – ha sottolineato il presidente Barcella – vogliamo rivolgerci alle forze politiche nazionali e regionali affinchè prendano veramente coscienza del momento drammatico: se anche l’economia della Lombardia, che è la parte più rappresentativa e avanzata del Paese, mostra dei sintomi così gravi significa che bisogna intervenire in maniera concreta senza perdere un minuto di più, consci del fatto che qualsiasi azione arriva già in ritardo”.

Il momento d’impasse a livello politico è vissuto con grande preoccupazione dal mondo delle imprese che invece vorrebbe subito un governo stabile capace di mettere al centro la crescita e l’impresa.

Gli industriali lombardi, però, non si sono limitati alla denuncia e all’allarme ma hanno confermato in pieno accordo tra loro la volontà di mettersi in gioco e di dare una mano al Paese: “Per farlo però – ammonisce Barcella – abbiamo bisogno di essere messi nelle condizioni di competere alla pari con i nostri partner europei”.

Sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione senza rallentamenti burocratici, reperimento di risorse per finanziare la cassa in deroga e sostegno ai confidi per agevolare l’accesso al credito sono le tre richieste principali delle associazioni territoriali di Confindustria Lombardia per gestire l’emergenza immediata.

Positivi, in questo senso, sono stati giudicati gli impegni presi dal neopresidente della Regione Roberto Maroni: “La possibilità di anticipare i fondi necessari per il finanziamento della cassa in deroga e di attuare lo smobilizzo dei crediti delle Pmi dimostrano che il Governo Regionale oggi è il nostro unico riferimento amministrativo certo e operativo e può svolgere alla perfezione la sua parte”.

Tutto il sistema confindustriale lombardo si è dimostrato sensibile ad alcune tematiche di strettissima attualità, riassumibili nella volontà di scongiurare gli effetti negativi che deriverebbero nei prossimi mesi dall’innalzamento di Iva, addizionali Irpef, Imu sugli immobili e introduzione della Tares, di ridurre il cuneo fiscale su lavoro e di rivedere i meccanismi della Riforma Fornero, soprattutto per ricreare condizioni favorevoli alla ripresa dell’occupazione.

In pieno accordo con il presidente Barcella si sono espressi i presidenti delle Confindustria locali che, ognuno a suo modo, ha portato alla luce le emergenze del proprio territorio: tutti problemi reali, dalla fuga delle Pmi valtellinesi e comasche verso Svizzera e Trentino fino all’emorragia delle imprese di Monza e Brianza soffocate da burocrazia e tassazione, passando per l’allarme su possibili infiltrazioni della criminalità organizzata lanciata dalla Confindustria pavese.

“Nessuno pensi però che siamo un sistema industriale in disarmo – ha concluso il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini – Sono convinto che Monti abbia salvato l’Italia dall’annegamento ma il Paese continua ad essere tenuto per i capelli senza che la testa venga estratta dall’acqua. Si sta affrontando in modo normale un’emergenza straordinaria mentre noi chiediamo un intervento straordinario per avere un Paese normale”.

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