Sabato si è consumato il primo strappo tra gli eletti del Movimento 5 Stelle e il leader Beppe Grillo. Alcuni senatori, siciliani si presume, hanno deciso di votare alla presidenza di Palazzo Madama il magistrato proposto dal Pd e da Pierluig Bersani, Pietro Grasso, contraddicendo le istruzioni del movimento che erano quelle di non appoggiare alcun esponente dei partiti. L’obiettivo evidente è stato quello di non far prevalere l’esponente del Pdl Renato Schifani.
Ma la reazione del fondatore Grillo non si è fatta attendere ed è tutt’altro che benevola: "Nel ‘Codice di comportamento eletti Movimento 5 Stelle in Parlamento’ sottoscritto liberamente da tutti i candidati – scrive Grillo nel suo blog – al punto Trasparenza è citato: – Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze".
Un chiaro invito alle dimissioni dei "traditori" del regolamento. Ma non tutti i grillini sono d’accordo. Infatti sul blog del leader M5S è un diluvio di critiche e perfino insulti all’ex comico. "Ma vaffanculo!!! – scrive Michele Apicella – hai chiesto il parere degli elettori del movimento prima di di formulare il tuo editto? Quindi era meglio Schifani?!?", "Chiunque abbia votato per Grasso – commenta Daniele Giglio – ha fatto BENE! Ma ci mancherebbe…", "Post orribile" secondo Marco D., "Vorrei far presente – replica Andrea B. – che sullo statuto del movimento, quello vero, quello secondo il quale il presidente amministra e gestisce gli eventuali fondi, quello sulla base del quale i nostri rappresentanti sono oggi nelle aule di camera e senato, riporta all’art.3 che gli eletti eserciteranno le loro funzioni senza vincolo di mandato".
commenta