Segno. Questo il titolo, essenziale e incisivo, di una mostra che nulla vuole concedere alla piacevolezza oleografica della rappresentazione, ma intende andare al cuore, scabro e pulsante, della grafica d’arte. Inaugura sabato 9 marzo (ore 18) alla ex Chiesa della Maddalena (via Sant’Alessandro 31b) la mostra ideata dall‘Associazione La Scuola di Bergamo tesa a dare risalto al valore fondante del disegno nella disciplina artistica.
Originale la formula con cui si è chiesto agli artisti del territorio di realizzare un loro personale omaggio a tre giganti della storia dell’arte, Goya, Rouault, Chagall col vincolo rigoroso della carta come supporto e del bianco-nero, ma con libertà di tecnica, disegno, incisione, acquerello, o anche tecniche miste e soluzioni sperimentali. Nell’epoca della revisione costante del concetto di “opera grafica” e più generalmente del fare e del pensare arte, l’idea di una mostra di opere nuove incentrata esclusivamente sul “segno” e sul supporto “povero” della carta è un’esperienza interessante e coraggiosa, che guarda alla tradizione ma si apre agli innesti contemporanei da una posizione libera da sovrastanti logiche di mercato e di sistema.
Il direttore dell’Associazione, l’architetto GianMaria Labaa, sottolinea in apertura del pregevole catalogo – edito da Grafica & Arte – che l’iniziativa “è stata pensata come momento di cordiale incontro, sul tema del disegno, tra allievi dell’Accademia e artisti professionisti, in molti casi ex allievi della Carrara”. Ma anche, secondo quanto precisa Fernando Noris, presidente della commissione di valutazione, “come una sorta di collettivo omaggio ai tre maestri proposti, riletti attraverso percorsi di ricognizione sia sull’urgenza dei temi illustrati, sia sulle tecniche ad essi ispirate e animate da libere suggestioni interpretative”. Molteplici quindi le chiavi di lettura dell’evento espositivo: il confronto e la convergenza d’intenti di artisti formatisi in un comune humus culturale, il dialogo con modelli eccellenti e la non facile sfida di realizzarne dei “d’après”, l’indagine sulle potenzialità espressive della carta e del segno.
In particolare, avere scelto capostipiti della modernità come Goya e il realismo drammatico e inquietante delle sue immagini, Rouault e il suo sofferto espressionismo, Chagall e il magico surrealismo delle sue visioni oniriche, significa focalizzare l’attenzione sull’eredità di questi artisti nell’arte contemporaea 50 gli autori selezionati dalla commissione – composta da Fernando Noris, Giovanni Valagussa, Claudio Sugliani, Arialdo Ceribelli – 59 le loro opere in mostra, insieme alle16 grafiche dei maestri Goya, Rouault, Chagall. La mostra ha tutte le premesse per interessare, soprattutto nell’ardito vis-à-vis che propone tra nomi storicizzati per i quali il disegno era ancora il “fondamento comune a tutte le arti” (secondo la lezione del Vasari) e autori contemporanei per cui il disegno non è un apriori, ma è il regno dell’interrogativo e dell’irrisolto, un luogo di intimità e, in fondo, di resistenza agli odierni, assillanti richiami multi-mediatici.
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