Lo scorso ottobre il caso del consigliere regionale bergamasco Franco Spada ha scatenato l’indignazione di tutta Italia. Per rinfrescare la memoria: l’ex esponente dell’Italia dei Valori è subentrato al collega dimissionario Gabriele Sola nell’ultimo Consiglio regionale della legislatura. Per sole 6 ore di seduta, le ultime di Formigoni dopo quasi vent’anni di governo, ha ricevuto lo stipendio da consigliere fino al giorno delle elezioni. Circa 50 mila euro tra indennità e rimborsi chilometrici per pochi giorni effettivi trascorsi al Pirellone.
Rubricata nel filone “sprechi all’italiana”, la notizia è balzata sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali. Se n’è occupata anche “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani, noto castigatore dei facili costumi dalla politica italiana. Ai microfoni di Radio24 Spada ha risposto così: “Sono state sei ore intensissime, alla seduta a cui ho partecipato è stata approvata la legge elettorale. Io prenderò esattamente quello che prenderanno gli altri consiglieri”. Pochi giorni dopo, insieme all’allora segretario regionale dell’Italia dei Valori Sergio Piffari, il consigliere scalvino ha annunciato di voler devolvere l’intera cifra a due strutture della Valle di Scalve: “La casa di Riposo di Schilpario e l’altra è la costituenda struttura per anziani e disabili di Vilminore di Scalve. Invito i colleghi Consiglieri regionali di tutti i partiti a fare altrettanto e non solo a lanciare i soliti slogan, ma anche a fare il loro dovere verso tutti i cittadini e a dare il buon esempio in questo momento di grave crisi economica. Quando avrò gli importi esatti dei compensi percepiti, li pubblicherò su internet e li comunicherò alla stampa”.
A elezioni concluse, con gli stipendi che nel frattempo sono stati accreditati ai consiglieri di mese in mese come qualsiasi lavoratore, abbiamo chiesto conto a Spada della sua promessa. “I soldi? Non so se ho già cominciato a prenderli – spiega – una cosa per volta. Vediamo. Non so come funziona in questi casi. E comunque i giornalisti mi hanno massacrato, quindi non devo dare conto. Ripeto: una cosa per volta”.
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