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La Gamec cala l’asso con un tris di mostre

Tre mostre per tutti i gusti. Inaugurano giovedì 7 marzo in Gamec tre rassegne di qualità e di vario interesse, che allargano lo sguardo dall'arte contemporanea made in Bergamo alle correnti storicizzate d'oltreoceano.

Tre mostre per tutti i gusti. Inaugurano giovedì 7 marzo in Gamec tre rassegne di qualità e di vario interesse, che allargano lo sguardo dall’arte contemporanea made in Bergamo alle correnti storicizzate d’oltreoceano.

La bergamasca Giovanna Bolognini, artista di livello internazionale, geniale scultrice che trasforma il filo di ferro in inconfondibili opere visionarie, propone una serie di disegni scultura realizzati per l’occasione, che saranno esposti nello Spazio Caleidoscopio a fianco di libri d’artista e testi che documentano il percorso creativo dell’autrice.

In questi lavori “Giovanna Bolognini infrange con assoluta naturalezza la bidimensionalità – spiega la curatrice Maria Cristina Rodeschini – spalancando immaginari visivi che estroflettono e introflettono la superficie, in una visione forte e dinamica”.

L’altra personale è dedicata a Giuseppe Gabellone, artista che si è imposto all’attenzione della critica internazionale per l’originalità del suo approccio ai linguaggi della fotografia e della scultura. Consacrato già molto giovane tra le star dell’arte con la partecipazione a due edizioni della Biennale di Venezia (1997 e 2003) e a Documenta Kassel (2002), Gabellone – che è nato Brindisi ma vive a Parigi – è qui alla prima mostra personale che un’istituzione italiana gli dedica. Per l’esposizione in Gamec l’artista ha sviluppato una serie di lavori inediti pensati ad hoc per lo Spazio Zero del Museo.

“Tre grandi opere a parete – spiega il curatore Alessandro Rabottini – costruiscono l’ossatura della mostra e sono il risultato di un processo compositivo e scultoreo nato a partire dall’elaborazione visiva di parole e brevi frasi”.

L’operazione, che passa attraverso il calco in resina plastica delle opere, porta alla definizione di “tre monumentali alto-rilievi che creano una serie di oscillazioni e di ambiguità percettive tra scultura, pittura e linguaggio”.

L’altra, grande mostra in apertura è “Pop, realismi e politica. Brasile-Argentina, anni Sessanta”, nel segno di una continuità di rapporti culturali e di sforzi congiunti tra la civica galleria e prestigiose istituzioni d’arte in terra argentina. Già nel 2003 Gamec aveva tenuto a battesimo la più grande rassegna mai realizzata sull’arte astratta sudamericana degli anni Quaranta e Cinquanta e ancora nel 2009 la Fundacion Proa di Bueno Aires ospita la mostra curata da Giacinto Di Pietrantonio, direttore Gamec, dal titolo “El tiempo del arte”.

“Pop, realismi e politica” – a cura di Paulo Herkenhoff e Rodrigo Alonso – approda in Gamec con progetto espositivo mirato dopo due precedenti tappe alla Fundacion Proa di Buenos Aires e al Museu Oscar Niemeyer di Curitiba, per poi ripartire alla volta di Rio de Janeiro, al MAM – Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro. Il percorso espositivo, che si snoderà attraverso 140 opere, raccoglie video, dipinti, installazioni, disegni, fotografie di importanti artisti brasiliani e argentini che furono protagonisti, con le loro provocazioni, dei difficili anni Sessanta, politicamente e socialmente travagliati da terribili scontri ideologici e di potere. Cataloghi in galleria. Per informazioni www.gamec.it

Stefania Burnelli

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