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Cioccolato? Fa bene al cuore, ma dev’essere ad alta presenza di cacao

La dose ideale? 10-20 grammi al giorno di cioccolato fondente ad elevata percentuale di cacao sono sufficienti per unire gusto e salute, conferma Flavio Doni, responsabile dell’unità operativa di cardiologia del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro.

Buone notizie per gli amanti del cioccolato: un quadratino al giorno aiuta a mantenere il cuore sano.

Proprio così.

«Recenti studi scientifici hanno evidenziato che il cacao ha effetti benefici sull’aterosclerosi, cioè la formazione di placche di grasso all’interno delle pareti arteriose che, causando la chiusura progressiva delle arterie e quindi la riduzione del flusso di sangue, può portare all’infarto e all’ictus (cioè l’̏infarto″ del cervello)» conferma il professor Flavio Doni, responsabile dell’unità operativa di cardiologia del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro.

«C’è però una condizione e cioè che il cioccolato abbia un’elevata percentuale di cacao. Più alta è meglio è. Oggi ne esistono anche con concentrazioni al 99%. Un’altra raccomandazione, poi, riguarda le calorie. Non bisogna esagerare, per evitare di ingrassare e quindi annullare i benefici. La dose ideale? 10-20 grammi al giorno di cioccolato fondente ad elevata percentuale di cacao sono sufficienti per unire gusto e salute».

Ma da cosa dipendono i benefici del cacao? «Dai flavonoidi, di cui è molto ricco. Si tratta di sostanze preziose che agiscono proteggendo e mantenendo sano l’endotelio, cioè il sottile rivestimento dei vasi sanguigni. Quando l’endotelio viene alterato, ad esempio a causa del fumo, il rischio di aterosclerosi e infarto aumenta. I flavonoidi inoltre, mantenendo elastiche le arterie, contribuiscono ad abbassare l’ipertensione, anch’essa fattore di rischio per l’infarto».

Non c’è più bisogno quindi di scuse per godersi un pezzetto di cioccolato dopo cena. E che altro si può fare per mantenere il cuore sano? «La prima regola è muoversi» sottolinea lo specialista. «Basterebbe anche poco, ad esempio usare le scale invece dell’ascensore, posteggiare la macchina lontano da dove ci si deve recare. In realtà l’ideale sarebbe riuscire a camminare o usare la bicicletta o la cyclette per almeno 40 minuti al giorno. Un esercizio di questo tipo, effettuato a ritmi molto blandi, è sufficiente a liberare una serie incredibile di sostanze, fonti di benessere per il nostro cuore: tra queste le endorfine, molto utili per combattere gli effetti dannosi dello stress quotidiano ».

Fondamentale poi è non fumare: il fumo infatti danneggia le arterie. E a tavola? «Mangiare pesce almeno due volte alla settimana è un toccasana per il cuore, grazie alla presenza di Omega 3. Si tratta di grassi contenuti nell’olio di pesce, che proteggono in modo molto importante dalla aterosclerosi, la malattia che, ostruendo i nostri vasi sanguigni, mette a rischio di infarto e ictus. La loro fondamentale azione protettiva è stata scoperta quando si osservata negli Esquimesi, che mangiano molto olio di pesce, una bassissima comparsa di infarto del cuore. Importante è poi mangiare in buona quantità frutta e verdura, che sono ricchi di antiossidanti, sostanze che proteggono il cuore e i vasi dalla azione dei radicali liberi, elementi tossici che vengono liberati soprattutto in seguito allo stress, e non salare troppo i cibi. E poi bere un bicchiere di vino rosso al giorno: contiene sostanze chiamate polifenoli che aiutano a ridurre la quantità di grasso nelle arterie».

Ora che si stata avvicinando finalmente la bella stagione è bene sapere poi che anche i raggi del sole stimolano il nostro organismo a produrre antiossidanti; quindi una bella tintarella, presa con moderazione, oltre al nostro aspetto fa molto bene anche al cuore.

Infine un’altra buona notizia: ridere non fa bene solo all’umore ma anche al cuore. «Chi ride per almeno 15 minuti al giorno, la dose minima secondo recenti ricerche, ha livelli più bassi di cortisolo, un ormone che può danneggiare i vasi sanguigni che portano il nutrimento al cuore e quindi aumentare il rischio di infarto» conclude il professor Doni.

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