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Elezioni regionali

Dal Celeste al Verde padano: la Lombardia è di Maroni

La Lombardia in testa è stato il suo motto in questa campagna. E la Lombardia l’ha messo in testa. Roberto Maroni è il nuovo governatore leghista della nostra regione.

La Lombardia in testa è stato il suo motto in questa campagna. E la Lombardia l’ha messo in testa. Roberto Maroni è il nuovo governatore leghista della nostra regione.

Dopo il Celeste tocca al Verde padano: Roberto Formigoni twitta felice che siamo nel segno della continuità del buongoverno di centrodestra, ma forse lui, il Bobo da Varese, non è proprio così d’accordo e il futuro potrà quasi certamente annunciarsi di cambiamento.

Intanto vediamo come è andata.

Roberto Maroni ha sconfitto Umberto Ambrosoli 42 a 38 (per cento). A sostenere il candidato lumbard: la Lega nord che ha ottenuto il 13%, il Pdl col 16, la lista Maroni presidente col 10 e altre liste minori.

I gruppi a sostegno di Ambrosoli, l’avvocato del centrosinistra, hanno invece raccolto: il Pd 24%, lista per Ambrosoli 7%, Sel poco meno del 2.

Buona la performance della candidata per il Movimento 5 stelle. La grillina Silvana Carcano ha raccolto il 13 per cento dei consensi.

Invece sottotono il risultato di Gabriele Albertini che raggranella un 4 per cento, diviso tra la sua lista civica e l’Udc.

Sotto il 2 per cento il candidato di Fare Carlo Maria Pinardi.

E se in Bergamasca il divario tra Maroni e Ambrosoli si acuisce toccando quota 49% contro 34, nella città di Bergamo la situazione si ribalta con l’avvocato davanti a Bobo per dieci punti: 47 a 37.  

La Lombardia dunque va a completare il puzzle “padano” e crea quella che è un po’ il sogno di una fetta della gente del nord: la macroregione. Ovvero Piemonte, Lombardia e Veneto, tutte e tre governate da leader del Carroccio. Sotto l’insegna dello slogan "Prima il Nord".

E poco importa adesso se nell’ultimo periodo qualche mal-di-pancia si è fatto sentire proprio tra il sindaco veronese Flavio Tosi e il segretario Maroni. Poco importa se la Lega in Veneto e Piemonte è crollata. La posta in gioco adesso è troppo alta per acuire tensioni e dissapori. Unità è la parola d’ordine.  

Adesso è il tempo dei festeggiamenti, della verifica degli eletti in consiglio. Presto sarà la volta della nomina degli assessori (e già c’è un nome, quello del canoista olimpionico Antonio Rossi).

Poi sarà l’ora della famosa (o famigerata secondo i punti di vista) macroregione del Nord. Chissà come si svilupperà.

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