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Il concorso

La miopia di Cupido e gli amori sbagliati liquidati in dieci righe

Nel giorno in cui gli innamorati festeggiano i loro sentimenti, Bergamonews pubblica quattro racconti del concorso lanciato in collaborazione con l'associazione "Il paese che non c'è" e dedicati agli amori sbagliati.

Nel giorno degli innamorati ci sembrava giusto non mancare all’appuntamento con i racconti giunti alla redazione di Bergamonews e all’associazione "Il paese che non c’è" e dedicati all’amore. Sì, insomma, quell’amore magari infranto, sbilenco o non ricambiato… le peggiori storie d’amore che vi sono capitate.

Perché in fondo a tutti, almeno una volta nella vita, è capitato di essere mollati in malo modo oppure di scoprire che l’altro non era poi così innamorato o, peggio ancora, di svelare un ignobile tradimento.

Chi vuole raccontarlo in dieci righe può continuarea farlo ancora, sempre qui a bgnews oppure a "Il paese che non c’è", l’associazione culturale di Bergamo, coordinata da Angela Sabella che ha ideato l’iniziativa e il concorso “Cupido, madove ComoAnconadoppiaZaraOtranto… miri?”.

La premiazione avverrà il 24 marzo. Ecco dunque i primi, ma nei prossimi giorni ve ne proporremo tanti altri.

 

SDOPPIAMENTO di Muriel

Anni fa, ho dovuto chiudere una storia d’Amore, iniziata parecchi mesi prima. Un’esperienza da brivido che non rimpiango assolutamente. L’ho lasciato perché di giorno era un tipo tranquillo e simpatico dall’aria perbene, di sera un ragazzo rissoso e aggressivo. Quando uscivamo da soli o con amici, era solito bere un po’ più del solito. Di colpo il pacato compagno diventava un’altra persona: si alzava dalla sedia e la scaraventava per terra, tutto quello che era posato sul tavolo: dai bicchieri ai piatti, li lanciava addosso agli altri. Una furia che ripensandoci mi fa tremare ancora. Al mattino non ricordava nulla, minimizzava i fatti. Gli ho dato una possibilità e visto che non voleva curarsi, ho dovuto prendere una decisione. Ora quando incontro un ragazzo carino e interessante, la prima cosa che gli chiedo è < Sei astemio?> Se risponde affermativamente ho una speranza.

 

LA FOTOGRAFIA di Ethel Vicard

Lei era bella, un girasole che seguiva me in ogni gesto, in ogni silenzio, in ogni attimo d’amore. Lei era mia, era il suono delle onde che risuonavano nella mia anima, il piacere del vento di primavera, l’orgoglio e la timidezza di uno sguardo che solo a me dedicava. Lei, dolce bocciolo, si schiudeva sotto le mie dita sottili e la sua anima cantava di me. Diceva che solo un’altra donna la poteva capire, mi diceva che io ero la sua sola donna. Diceva… Diceva tante parole, fin quando l’ho trovata nel nostro letto cosparso di peluche avvinghiata ad un uomo. Ora ha dei figli, si è sposata. E io sono qua a guardare la nostra foto.

 

ODIO IL TANGO di Fanny K.

Breve la mia vita, e anche piuttosto fortunata. Nessuna storia sgradevole nel mio passato, se non una, ma senz’altro la più crudele di tutte: quella mai iniziata. Una di quelle storie in cui Tu non hai occhi che per Lui e Lui invece ha occhi dappertutto; in cui passi mesi e mesi a vederlo saltellare da una ragazza all’altra, sperando che prima o poi si accorga di te, e quando finalmente sembra così, Lui ti ripaga mettendosi con la tua migliore amica. Un classico, insomma. Era un giorno d’ agosto quello in cui li presentai, per quella cena impiegai ore a prepararmi, solo per strappargli un complimento. La serata terminò con un suo sms: "Sai…la tua amica è proprio carina. Mi ha colpito". Non appena lo lessi, sbiancai. Aveva ricominciato con le ragazze ed io, pronta a dichiararmi quella sera stessa, tornavo invece a ricamarmi il ruolo di Cupido. Doveva essere l’estate della svolta nel nostro rapporto, se non ad agosto sarebbe arrivata a settembre, quando, come da lui promesso, avremmo ballato latino americano insieme…e, stretti stretti, ci saremmo innamorati. Le mie previsioni si rivelarono un tantino inesatte. Un mese dopo, dimentico delle promesse fatte, divenne il cavaliere di tango (e nella vita) della mia migliore amica, mentre io mi ritrovai a far da cavaliere a mia sorella ad un corso di latino frequentato da ultrasessantenni. Da allora provo un odio smisurato per il tango e ho smesso di parlare a entrambi. Ancora mi chiedo cosa sarebbe successo, Cupido, se quel giorno d’agosto avessi mirato giusto.

 

UN AMORE COI BOCCOLI di Elisabetta Belotti

La bambina bionda era felice: era agosto, e lei trascorreva le vacanze in montagna, con mamma e papà. Quell’anno, nel paesino che li accoglieva ogni estate, al parco giochi aveva conosciuto un bambino nuovo: era bellissimo, con i capelli ricci e gli occhi color nocciola. Si vedevano ogni pomeriggio al parco, insieme a tanti altri bambini. La bambina bionda lo guardava ammirata quando lui si arrampicava sul ramo alto dell’albero, o saltava dall’altalena in corsa; il bambino riccio la salutava sempre e un giorno l’aveva aiutata a saltare una pozzanghera. Insomma, era vero amore. Poi, un giorno infausto, la mamma la portò dalla parrucchiera, e le fece tagliare i capelli: invece delle solite codine, una bella zazzeretta bionda. Il pomeriggio stesso la bambina andò al parco; cercò con lo sguardo il suo innamorato, ma non c’era. Poi, all’improvviso, mentre stava andando verso lo scivolo, si sentì abbracciare le spalle. "Luigi! Sei arrivato!". In un lampo lei si girò e inorridì. Il bambino riccio l’aveva scambiata per suo cugino: biondo come lei, con gli stessi pantaloncini di velluto. Stupore, vergogna, imbarazzo. L’amore finì, in un istante. Non si rividero mai più.

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