La Procura di Milano ha chiuso le indagini sulla fondazione Maugeri nei confronti di 17 persone fra cui il governatore uscente della Lombardia, Roberto Formigoni. Per il presidente della Regione l’accusa è di associazione a delinquere e di corruzione.
Per i 17 i pm si preparano a chiedere il rinvio a giudizio. Lo ha reso noto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati in un comunicato. Le accuse al centro dell’indagine sono anche di frode, riciclaggio e interposizione fittizia. Nell’atto i magistrati indicano Formigoni come il promotore dell’associazione a delinquere.
Oltre che a Formigoni l’atto che sigla la fine delle indagini e precede la richiesta del processo, è stato notificato, tra gli altri, a Pierangelo Daccò, Antonio Simone, Carlo Lucchina, Carla Vites, Costantino Passerino, Umberto Maugeri, Nicola Maria Sanese, Alberto Perego.
LA REAZIONE DI FORMIGONI
La prima reazione di Formigoni è affidata a una dichiarazione ai giornalisti: "Pensavo mi accusassero anche di omicidio e strage e posso dichiararmi soddifatto. – ha affermato il presidente uscente della Lombardia -. Dopo un anno e mezzo potrò conoscere gli atti. Ma non emerge nulla di nuovo che già il mondo non conoscesse. La tempistica della Procura è molto efficiente, che cosa non si fa per cercare di coprire lo scandalo Montepaschi della sinistra".
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