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Verso le elezioni

Olivari (Pd): “Start up per far crescere innovazione e occupazione”

Elisabetta Olivari, candidata nella lista del Partito democratico alle prossime elezioni regionali, sottolinea l’importanza di sostenere le start up, nuove imprese troppo spesso dimenticate.

Elisabetta Olivari, candidata nella lista del Partito democratico alle prossime elezioni regionali, sottolinea l’importanza di sostenere le start up, nuove imprese troppo spesso dimenticate.

La struttura del nostro sistema economico ha urgente bisogno di crescita, occupazione, innovazione. Si sta dedicando molta attenzione alla relazione tra queste urgenze e la creazione di un ecosistema favorevole alla nascita di imprese innovative (non necessariamente digitali, ma che fanno dell’innovazione un tratto distintivo, dal manifatturiero al terziario, dai prodotti ai servizi). Sono partite molte iniziative sulle start-up, dentro e fuori il Parlamento. Anche il Governo ha preso l’iniziativa sviluppando un’azione complessa e ambiziosa che ha portato al Decreto Crescita convertito in Legge (n. 221) lo scorso 17 dicembre 2012, approfondito nelle sue novità normative nel seminario "Start- up innovative: requisiti, adempimenti e benefici", organizzato questa mattina dalla Camera di Commercio di Bergamo e Bergamo Sviluppo, in collaborazione con il Consiglio Notarile Distrettuale di Bergamo, l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Bergamo. In materia di start-up si osserva anche un’innovazione metodologica importante nel rapporto tra il legislatore e la comunità degli innovatori nella redazione del provvedimento. Si è partiti dal confronto con un gruppo di lavoro di specialisti e innovatori e il risultato è stato un legislatore informato e consapevole, efficiente e veloce. Una vera conquista per il nostro Paese, da trasformare in prassi! Innanzitutto si è condivisa una definizione di start-up innovativa, che si caratterizza per un forte ancoraggio all’innovazione tecnologica determinata da una alta incidenza delle spese in ricerca e sviluppo (almeno il 20%) e dall’impiego di personale con dottorato di ricerca o comunque altamente qualificato (per almeno un terzo del personale), ovvero dallo sfruttamento di una privativa su un brevetto. L’oggetto sociale prevalente, dunque, è lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Sede principale dei propri affari e interessi in Italia. Mica male.

Tale tipologia di start-up beneficerà, per i primi 4 anni di attività, di particolari agevolazioni, che ne renderanno più semplice e meno onerosa la costituzione e il successivo sviluppo. Sono state introdotte novità importanti per facilitare l’accesso al credito attraverso il sistema delle garanzie e per favorire lo sviluppo del mercato di capitali privati forniti nelle primissime fasi di vita delle start-up, introducendo incentivi alle persone fisiche e a organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in start-up innovative. Un’opportunità in più per attirare investimenti nel nostro Paese. È stato inoltre introdotto uno strumento nuovo per l’Italia, il crowdfunding, per raccogliere online somme che anche i cittadini possono investire in progetti imprenditoriali. Ciò contribuisce a creare un nuovo modo di fare impresa, più trasparente, grazie alla necessità di confronto aperto fra start-up e investitori. È stato introdotto anche il concetto di Incubatore certificato: una società di capitali che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo delle start-up innovative. Ma i dettagli qui sono rimandati al decreto attuativo. Legittimo dunque chiedersi, quali territori prenderanno la leadership per conquistare un ruolo di primo piano nell’attrazione di investimenti e talenti? Regione Lombardia ha tutte le caratteristiche per diventare un importante “ecosistema dell’innovazione” che sia pivot per il nostro Paese. Milano si è già candidata a “Capitale delle start-up” (Comitato promotore: Camera di Commercio e Comune di Milano e dieci soggetti dell’ecosistema presenti sul territorio). A Bergamo gli ingredienti base dell’ecosistema ci sono: diffusa cultura d’impresa; una profonda apertura alla creatività; una Università, con i suoi Centri di Ricerca, promotori di cultura manageriale e di imprenditorialità; Incubatori d’impresa qualificati ed efficienti; Associazioni di categoria e culturali attive nella promozione di opportunità per i giovani (e non solo); Istituti di credito dinamici e attenti a nuovi mercati. Regione Lombardia può intervenire concretamente: potenziando gli investimenti sullo start-up d’impresa; favorendo il network tra le imprese innovative e stimolando le condizioni di sistema: ricerca, reti e istituzioni territoriali, incubatori e parchi tecnologici, financing; investendo nella formazione all’imprenditorialità: i futuri imprenditori spesso hanno l’idea ma non tutte le competenze necessarie per trasformarla in un’impresa. Non tutto, come sappiamo, sarà risolto dai nuovi imprenditori. Non tutti sono futuri imprenditori. Ma un fatto è certo: se ci sono più imprenditori, ci sono più opportunità di occupazione, di innovazione, di creazione di risorse. Pensare l’ecosistema non è facile, ma la nostra visione è più ambiziosa.

Elisabetta Olivari – Candidata al Consiglio regionale della Lombardia per il Partito Democratico.

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