Siamo nel campo delle ipotesi. “È bene precisarlo subito” afferma il sindaco di Bergamo Franco Tentorio. “A Bergamo e nella nostra provincia non c’è un allarme terremoto” aggiunge. Il caso del primo cittadino di Castelnuovo in Garfagnana che nella tarda serata di giovedì 31 gennaio avvisa con un “tweet” i propri cittadini di una possibile scossa di terremoto e li invita ad abbandonare le abitazioni apre una riflessione. È il primo caso in Italia di allarme terremoti di questo tipo. L’avviso è nato dopo una nota di Palazzo Chigi su segnalazione dell’Istituto di geofisica che annunciava una possibile serie di scosse di terremoto. E il sindaco di Castelnuovo, dopo la drammatica esperienza del sisma a L’Aquila non ha voluto correre rischi.
Sindaco Tentorio, in un caso simile come si comporterebbe?
“Partiamo dal presupposto che per ora, in assenza di minime indicazioni di pericolo a Bergamo e provincia, sarebbe imprudente e irrispettoso lanciare allarmi infondati. Nel campo delle ipotesi, posso dire che di fronte ad un allarme simile prenderei decisioni coordinate con la Prefettura, gli altri sindaci e dell’Asl. Non voglio criticare il sindaco di Castelnuovo, sia chiaro, ma la realtà della Garfagnana è ben diversa dalla nostra provincia. L’allarme in Toscana ha interessato 30mila persone, Bergamo conta 120mila persone e con la provincia si arriva a un milione e 200mila abitanti. Sarebbe impensabile una comunicazione di quel tipo”.
Non manderebbe un tweet?
“Non uso twitter e comunque non lo farei. Credo che dopo un tavolo di coordinamento con altri sindaci, il Prefetto, il presidente della Provincia e altre istituzioni, sceglierei una forma più ufficiale per la comunicazione. Bergamo non manca di mezzi di comunicazione e comunque prima di un allarme simile è necessaria una presa di posizione coordinata e congiunta”.
Avviene già in altri casi?
“Sì. In caso di allerta meteo, per esempio in caso di neve e si deve decidere di chiudere o meno le scuole. Prima di intervenire sentiamo altri sindaci, il Prefetto, altre istituzioni e poi si cerca di prendere una posizione condivisa”.
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