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Marcella messina (sel)

“Io candidata pin up? Libero chieda scusa, non giudicate dall’aspetto”

Quella che i giornalisti del quotidiano definiscono “Pin up” è la bergamasca Marcella Messina, capolista di Sel alle Regionali, sposata con il consigliere provinciale Pd Alberto Vergalli e mamma del piccolo Lorenzo. Ecco la lettera l’esponente di Sel ha inviato al direttore di Libero Maurizio Belpietro.

“Sel sceglie la bionda pin up per battere Maroni”. Questo è il titolo di Libero per l’articolo di presentazione dei candidati di Sinistra ecologia e Libertà. Quella che i giornalisti del quotidiano definiscono “Pin up” è la bergamasca Marcella Messina, capolista di Sel alle Regionali, sposata con il consigliere provinciale Pd Alberto Vergalli e mamma del piccolo Lorenzo.

Ecco la lettera l’esponente di Sel ha inviato al direttore di Libero Maurizio Belpietro.

Egregio Direttore Belpietro,

mi chiamo Marcella Messina e sono, come elegantemente mi definisce il suo giornale, la “bionda pin-up scelta da SEL per battere Maroni”. Ho 32 anni, lavoro con orgoglio presso la “Cooperativa Sociale Serena” e sono psicopedagogista in alcuni istituti del mio territorio. Ho conseguito un dottorato di ricerca e, prima ancora, un master alla Cattolica di Milano. Sono tra le promotrici del movimento: “Se non Ora Quando” a Bergamo. Sono la mamma del piccolo Lorenzo, che proprio ieri festeggiava il secondo mese. Amo il mio lavoro e mi impegno quotidianamente per realizzare l’inclusione sociale. Amo fare politica, discutere di cambiamento, progettualità, idee, passione che condivido con mio marito e con gli amici.

E’ di questi giorni, a seguito di un amaro avvenimento di cronaca che ha colpito la nostra città, un dibattito sui giornali e tra la gente, riconducibile alla libertà di una donna di circolare liberamente e in sicurezza per le strade della sua realtà Pensi che strana e ridicola coincidenza: proprio il suo quotidiano che fa della Libertà vessillo, si limita a giudicare i candidati dall’aspetto esteriore, sembra avallare pregiudizi che dovrebbero ormai essere sotterrati da decenni nel nostro paese. Insomma, non vorrei che adesso ci si togliesse anche la libertà di pensiero e di promozione dello stesso, solo perché bionde, more, alte, basse quindi donne. Che incresciosa incongruità, non trova? Sono convinta che le intenzioni del suo collaboratore siano stare fraintese e che forse utilizzi impropriamente concetti non del tutto chiari pin-up:. ragazza dalla bellezza vistosa la cui immagine fotografica viene riprodotta su rotocalchi. Attendo fiduciosa le scuse da parte di un quotidiano “Libero” e quindi paladino della tolleranza e apertura nei confronti dell’universo femminile e delle molteplici diversità di questo fantastico mondo.

Marcella Messina

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