Verso le elezioni

Gori alle primarie: “Si può essere utili a Bergamo anche da Roma”

Giorgio Gori ha deciso velocemente di scendere in campo a Bergamo per le primarie delle politiche: "Una decisione presa di corsa. Bisogna raccogliere le firme, fare passi del partito. Abbiamo rotto gli indugi nell'arco di poche ore con i rappresentanti di Matteo Renzi della provincia".

Al 29 dicembre ci sono undici giorni, c’è di mezzo Natale. E Giorgio Gori ha deciso velocemente di scendere in campo a Bergamo per le primarie delle politiche: "Una decisione presa di corsa. Bisogna raccogliere le firme, fare passi del partito. Abbiamo rotto gli indugi nell’arco di poche ore con i rappresentanti di Matteo Renzi della provincia".

Il renziano orobico ha convocato i giornalisti per spiegare la scelta: "Abbiamo appreso in corsa le regole della consultazione. Ci saranno 42/43 mila persone che avranno possibilità della doppia preferenza con distinzione di genere. La lista sarà unica per Camera e Senato. La scelta tra Camera e Senato avverrà dopo il voto".

Perché questa rinnovata voglia di primarie? "Ho partecipato con molto entusiasmo e forte motivazione personale alle primarie per il candidato premier. Ho lavorato dallo scorso anno, ho partecipato alla costruzione del programma, alle scelte sul territorio. Ho vissuto molto la campagna in provincia. È stata per me un’esperienza umana intensa. Abbiamo raccolto qualcosa di più del 40% dei voti in provincia, abbiamo ricostruito rapporti con mondi professionali, gente dell’impresa, persone che non votavano da tempo…. Le ragioni del cambiamento oggi sono un patrimonio del PD e del centrosinistra".

E annuncia l’impegno e il desiderio: "Cercare di dare seguito al lavoro che è stato fatto. È non si può farlo stando a casa. Incoraggiato da Matteo Renzi, ho pensato che valesse la pena misurarsi con i voti".

La decisione del Partito democratico di indire le primarie "è molto positiva – commenta -. Abbiamo possibilità di dare la parola agli elettori. Voglio vedere se siamo capace di trovare il consenso tra gli elettori. Penso che ci siano le condizioni di giocarsela bene. Ci sono molte cose da fare per questa città e per il Paese e per questo mi sottoporrò agli elettori".

Niente corsa a sindaco, dunque? "Penso che si può essere utili a Bergamo non solo stando a Bergamo. Ho fatto in cuor mio questa scelta che oggi privilegia la rappresentanza. Però non sento di escludere niente. Ci sono tante persone che possono fare bene il mestiere dell’amministratore. Lavoreremo per scegliere le persone più degne e per costruire un programma forte”.

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