Manca ancora un mese alla fine del 2012 ma a Bergamo il numero dei licenziamenti è già da record. A fine novembre sono 7.728, in aumento del 10% rispetto all’anno scorso quando se ne erano registrati in tutto 7.004. Numeri che impressionano ancora di più se vengono messi a paragone con quelli pre-crisi: nel 2008 erano circa 3.500.
Situazione preoccupante, tanto a Bergamo quanto nel resto delle province lombarde. Nel solo mese di novembre sono 2.557 i lavoratori licenziati con la legge 223/91 e 4.320 quelli licenziati con la legge 236/93: se a questi si aggiungono 5 frontalieri si arriva a un totale di 6.882 licenziamenti totali. Da gennaio sono già state licenziate 57.023 persone, in aumento del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In aumento anche il tasso di disoccupazione, attestato al 7%, che continua ad essere inferiore alla media nazionale (11%)ma raggiunge punte anomale per la Regione. Sono dati che purtroppo confermano come la strada per l’uscita dalla crisi sia ancora molto lunga e che rendono urgenti le manovre che portino a un nuovo piano per il lavoro e per l’occupazione giovanile.
“Occorre mettere a disposizione risorse, scelte e politiche economiche e sociali che favoriscano lo sviluppo e la crescita del nostro Paese e che contemporaneamente siano eque, solidali e riducano le eguaglianze” ha commentato Giacinto Botti, segretario della Cgil regionale.
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