Il numero uno di Esselunga Bernardo Caprotti vuole fare dell’aeroporto di Montichiari un centro strategico, trasformandolo da scalo merci che ha perso 40 milioni di euro in dieci anni e che è principalmente la base di smistamento della posta aerea di Poste Italiane a vero e proprio aeroporto intercontinentale, con un ampio bacino di utenza che già oggi si aggirerebbe sui 30 milioni di passeggeri. Niente Malpensa, quindi, considerato vecchio e senza i necessari requisiti per diventare il fulcro del traffico aereo: sono queste le proposte avanzate in una lettera inviata al Corriere della Sera.
L’idea di Caprotti nasce dalla posizione dello scalo bresciano, “al centro del Nord che produce, nella quarta regione più ricca d’Europa”. Nello scenario immaginato dall’imprenditore milanese dopo l’eventuale trasformazione di Montichiari in “hub” del Nord Italia, però, non troverebbe uno spazio di rilievo l’aeroporto di Orio al Serio. Caprotti riserva infatti a Malpensa il ruolo di scalo per aerei cargo e voli passeggeri low cost verso destinazioni lontane mentre il ruolo di city airport verrebbe affidato a Linate con un potenziamento dei collegamenti con città strategiche dal punto di vista commerciale come Nizza, Ginevra e Stoccarda.
Il coordinatore del piano nazionale degli aeroporti Giulio De Carli frena però l’entusiasmo e le visioni futuristiche di Caprotti, dimostrando un certo scetticismo sulla questione “hub”: “Ci vorrebbe un grande vettore con base lì e visto che abbiamo perso la possibilità di avere una nostra grande compagnia la soluzione è quella di creare uno scalo aperto ai vettori globali”. Prima, però, bisognerebbe potenziare le infrastrutture, intervenendo soprattutto su strade e alta velocità.
Insomma, l’idea del patron di Esselunga per ora è e rimane tale, ma quale futuro aspetterebbe Orio al Serio se dovesse prendere piede?
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