E’ stato identificato nel tardo pomeriggio di lunedì 12 novembre il cadavere della donna ritrovato in mattinata sotto le Mura di Porta Sant’Agostino. Si tratta di una donna del 1956, bergamasca, già sofferente ed in cura psichiatrica da anni, con precedenti tentativi di suicidio.
L’assenza di documenti, la mancata denuncia di scomparsa, l’insolito luogo per un suicidio avevano da subito aperto ad altre ipotesi. Non era esclusa nemmeno quella dell’omicidio con un conseguente occultamento del cadavere. Il magistrato Giancarlo Mancusi stava predisponendo l’autopsia quando dopo le 17 è giunta in Procura l”identificazione della donna e la conseguente conferma del tragico gesto. Si è chiusa così una giornata in cui si erano rincorse più voci e si erano aperte diverse piste di indagine escludendo l’ipotesi del suicidio.
A notare il cadavere riverso nella roggia di un giardino sotto le Mura di Porta Sant’Agostino erano stati alcuni passanti, subito dopo le 10.30 del mattino di lunedì hanno dato l’allarme agli agenti della polizia locale di Bergamo. Il luogo scelto dalla donna per il tragico gesto era insolito.
"Nessuno si è mai buttato dal quel tratto di Mura. Se non ci avessero avvisati i vigili non ci saremmo mai accorti di quel cadavere nella roggia che attraversa il nostro giardino fino alla prossima primavera" aveva affermato Gianfranco Micheletti, proprietario della villa. A tingere di giallo la vicenda era anche l’assenza di documenti sulla donna, il fatto che avesse battuto la testa su una tubatura dell’acquedotto, che nessuno l’avesse notata nel compiere il tragico gesto.
Sul posto è intervenuta così la polizia scientifica che ha eseguito i rilievi del caso, i vigili del fuoco, e alcuni militari dell’esercito che hanno transennanto l’area. Il corpo della donna è stato poi rimosso, ma non era ancora stato identificato. Solamente dopo le 17 si è arrivati all’identificazione della donna che era sofferente da tempo e aveva già tentato in passato di togliersi la vita.
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