Fiorano al Serio in questi giorni si sta interrogando: chi è veramente Claudino Follesa?
Sembra incredibile a tutti al comando dei carabinieri di Fiorano, dal quale l’ex maresciallo è stato trasferito prima di essere rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra, su richiesta del pubblico ministero Franco Bettini, con le accuse di peculato, truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio.
Il carabiniere ha scelto di non essere giudicato con riti alternativi che gli consentirebbero di ridurre la pena di un terzo ma, al tempo stesso, non lo lascerebbero libero di difendersi a dibattimento, convinto com’è lui di poter dare una spiegazione a tutto.
Perché lui vuole difendersi fino alla fine. Innanzitutto per onorare quella splendida carriera che negli anni l’ha portato a prestare servizio anche a Pristina, in Kosovo, e in Iraq. E poi, ovviamente, per far vedere a tutti che le menzioni al merito, il giudizio “eccellente” e l’encomio per aver salvato una persona dalle acque gelide di un fiume non gli sono state conferite per caso.
Follesa, però, deve spiegare al giudice perché il 19 e il 28 ottobre del 2011 ha usato l’auto di servizio per accompagnare a casa una psicologa dopo una cena ufficiale e per raggiungere il vicino ospedale di Piario per una visita personale.
E poi, dovrà spiegare anche quando sono state effettivamente recuperate quelle due ore di straordinari segnate da lui stesso nel memoriale di servizio il 27 ottobre del 2011 ma, stando all’accusa, mai effettivamente svolte.
Casi poco chiari, ai quali si aggiunge anche il presunto abuso d’ufficio compiuto sempre nell’ottobre del 2011, quando Follesa ha chiamato il creditore di un’amica che la pressava per riavere i suoi 2.500 euro, intimandolo di presentarsi in caserma al più presto per evitare la visita della Guardia di finanza.
“Va assolto da ogni accusa”, assicura il difensore del carabiniere, l’avvocato Cesare di Cintio, “c’è una spiegazione a tutto”. La parola ora passa al tribunale. La prima udienza sarà il 7 maggio.
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