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Eutanasia a domicilio pagata dalle assicurazioni E’ realtà in Olanda

Su "Il Foglio" una notizia che farà discutere. E' in arrivo l'unità che dà l'eutanasia porta a porta, pagata dalle assicurazioni. Delle 456 persone che si sono registrate per essere uccise, oltre cinquanta finora hanno ottenuto l'eutanasia a casa e di loro soltanto il 30 per cento soffriva di una malattia in stato terminale.

Su "Il Foglio" una notizia che farà discutere. E’ in arrivo l’unità che dà l’eutanasia porta a porta, pagata dalle assicurazioni. 

 

Laatstwilpil, o "ultima pillola volontaria". In olandese si chiama così il farmaco eutanasico che da questa settimana arriva a casa dei cittadini pagato per la prima volta dalle compagnie di assicurazioni.

Si passa così dalle polizze sulla vita a quelle che coprono i costi per uccidere i contraenti. Roger van Boxtel, a capo del colosso assicurativo Menzis, ha dichiarato in una conferenza stampa che la compagnia assicurativa coprirà da oggi i costi dell’eutanasia per quelle persone che soddisfano i criteri della "clinica speciale" del gruppo Nvve.

Quest’ultima ha appena lanciato il programma "Levenseinde", fine vita, si tratta di quindici unità eutanasiche mobili che uccidono i pazienti a domicilio.

E’ il primo esperimento al mondo di eutanasia porta a porta in cui le assicurazioni coprono le spese dell’operazione. Ad approvare il programma di "eutanasia ambulante" è stato il ministro della Sanità, Edith Schippers. Delle 456 persone che si sono registrate per essere uccise, oltre cinquanta finora hanno ottenuto l’eutanasia a casa e di loro soltanto il 30 per cento soffriva di una malattia in stato terminale.

Scandalo hanno generato in particolare i tredici disabili psichiatrici che hanno avuto accesso al farmaco della morte in questo periodo.

In Olanda, infatti, possono accedere all’eutanasia anche i malati non terminali, ma il cui dolore sia ritenuto "insopportabile", laddove il criterio per giudicarlo è del tutto soggettivo.

Ha richiesto e ottenuto l’eutanasia anche chi aveva depressioni croniche o soffriva di demenza. Un sondaggio pubblicato dal New England Journal of Medicine rivela che il 64 per cento degli psichiatri olandesi accetta l’eutanasia attiva per i pazienti che soffrono di malattie mentali. Anche i bambini gravemente disabili possono essere "trattati" attraverso l’eutanasia.

E’ il cosiddetto "Protocollo di Groningen", l’accordo stipulato fra l’associazione dei pediatri e il governo. Di recente proprio uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pedriatics ha criticato l’eutanasia praticata in Olanda sui bambini affetti da spina bifida. Firmato dal neurochirurgo pediatrico Rob de Jong dell’ospedale Erasmus di Rotterdam, lo studio ha stabilito che soltanto nel quattro per cento dei casi studiati la sofferenza era "insopportabile", come recita il protocollo di Groningen.

In Olanda l’eutanasia è in fortissimo aumento. Da quando, alla fine del 2001, il Parlamento ha tradotto in legge le sentenze di tribunale che negli anni precedenti avevano autorizzato la pratica eutanasica, le "dolci morti" sono aumentate del 73 per cento. Soltanto dal 2010 al 2011 c’è stata una impennata del venti per cento. Lo ha rivelato la rivista medica inglese Lancet.

In sette anni il numero di eutanasizzati è passato dai 1.815 casi iniziali ai 3.136 morti all’anno, registrando un’accelerazione del 35 per cento negli ultimi due anni.

Ogni settimana tre richieste arrivano alle unità mobili della morte. In Europa si teme che il modello olandese porta a porta possa prendere piede altrove. L’Aia, infatti, è da sempre pioniera nei protocolli sul fine vita. "Se tutto è in regola, le nostre squadre potranno recarsi a domicilio con le attrezzature e il personale per la ‘dolce morte’", ha detto Walburg de Jong, un portavoce dell’organizzazione Nvve che dirige i team per strada. Per accedere all’eutanasia a domicilio basta iscriversi per email o per telefono.

Ci sono regole precise anche per i medici che impartiscono la dolce morte. Alle squadre mobili non è consentito effettuare più di una eutanasia alla settimana per minimizzare l’impatto psicologico. Queste unità si chiamano "Levenseindekliniek", clinica della dolce morte, che altri hanno invece ribattezzato "hotel De Einder", "l’hotel della fine". "Neppure i nazisti hanno pensato a questo", ha denunciato sul Daily Mail Phyllis Bowman, a capo del Movimento per la vita nazionale. Una denuncia analoga proviene dalla Federazione dei medici olandesi, associazione contraria all’eutanasia, per bocca del dottor Karel Gunning di Rotterdam: "Tutti gridano all’omicidio quando si parla della Germania, ma l’Olanda è anche peggio. Hitler lo faceva in segreto, noi vogliamo farlo alla luce del sole".

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