E così, passa un giorno, un giorno solo e Silvio Berlusconi neo-condannato a quattro anni per frode fiscale torna all’attacco di tutti. Soprattutto della magistratura, di Mario Monti e di Angela Merkel.
A Monti minaccia di togliere la fiducia, contro la deriva verso la «magistratocrazia» e brandendo ancora una volta il vessillo della lotta alla pressione delle tasse, a quella che chiama l’«estorsione fiscale».
Nella conferenza stampa fiume ce n’è per tutto e tutti. Anche per il Professore. L’ex premier riprende in mano lo scettro del centrodestra per guidarlo verso il voto («ma – assicura – senza candidarmi premier»).
È scatenato il Cavaliere, spiega di essere stato in disparte per un anno sperando di fare il bene dell’Italia: ma ora che la spirale della recessione, provocata dalla politica di Monti, mette a rischio seriamente la ripresa dice basta e minaccia di far cadere il governo. «Nei prossimi giorni esamineremo la situazione e decideremo se sia meglio togliere immediatamente la fiducia a questo governo o conservarla dato l’arrivo delle elezioni», scandisce Berlusconi. C’è – ammette – il timore di un rialzo dello spread.
Ma l’impressione è che il Cavaliere sia fortemente tentato di arrivare subito allo show down. La mossa di Berlusconi scatena una sorta di reazione a catena. Mina il senso e la portata delle primarie del Pdl, a cui il centrodestra guardava con sollievo come l’unica possibilità di rifondare e rilanciare il partito.
Chiude, nonostante un appello rivolti ancora oggi a Udc e Montezemolo («devono considerarsi parte del centrodestra») alla possibilità di un’alleanza tra Alfano e Casini, ipotizzabile solo in presenza di un suo effettivo passo indietro. E, allo stesso tempo, dà una mano alla campagna elettorale di Bersani e Vendola che ora hanno gioco facile ad unirsi nella battaglia contro il suo ritorno.
Il Berlusconi si toglie parecchi sassolini dalla scarpa. A partire dal rapporto con tedeschi e francesi nel pieno della bufera economica. «Con quei sorrisi la Merkel e Sarkozy tentarono l’assassinio politico della mia credibilità internazionale», si sfoga l’ex premier che si scaglia contro l’egemonia tedesca, contro le misure imposte all’Italia e contro quel rigore che, unito al trattamento usato dalla Guardia di Finanza con i suoi blitz nei negozi e nelle località di grido, deprime l’economia. «Gli italiani sono spaventati, c’è un trattamento violento del contribuente», dice Berlusconi che lancia così il “suo” programma per risalire la china.
Con i punti nodali tante volte declinati negli anni: le riforme costituzionali che devono dare più potere al governo, la riforma della giustizia, il taglio delle tasse, a partire da quelle sulla casa, suo cavallo di battaglia.
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