Tredici anni non si possono cancellare con una partita. Lo sa benissimo Francesca Piccinini che domenica, prima del match che il suo Chieri ha disputato contro la Foppa, non è riuscita a trattenere le lacrime di fronte alla splendida manifestazione d’affetto che il suo ex pubblico le ha regalato con una vera e propria ovazione e, soprattutto, con un grandissimo striscione sul quale campeggiava la scritta “13 grazie per le emozioni vissute insieme”.
Un match strano per lei e per tutti quelli che l’hanno seguito, perché vedere la bionda schiacciatrice toscana buttare la palla sul parquet difeso dalle bergamasche è una cosa davvero insolita: “Non lo dite a me – rivela a Bergamonews la Picci -. Ero convinta di essere tranquilla e rilassata, di essermi preparata bene psicologicamente, oltre che fisicamente, ma non è andata come pensavo”.
Ci spieghi.
“Quando sono entrata e ho visto quello striscione non ce l’ho fatta a trattenere l’emozione e tutta la tensione e il nervosismo che mi tenevo dentro sono improvvisamente usciti”.
C’è chi giura di averla vista piangere.
“E’ così, non mi vergogno ad ammetterlo. Del resto, sono umana anch’io e di fronte a certe manifestazioni d’affetto non potevo restare indifferente”.
La partita, poi, com’è stata?
“Stranissima. Ho fatto davvero tanta fatica a capire che giocavo contro la Foppa. E non credo sia un caso se durante il match ho commesso tanti errori che solitamente non faccio mai. Ero tesa, rigida, nervosa. Non è stata la mia migliore prestazione, lo so benissimo”.
Come aveva preparato questa partita?
“Avevo lavorato molto sui nervi: sapevo che trovarmi di fronte la Foppa alla prima uscita non sarebbe stato facile. Ogni pensiero, ogni ricordo, ogni emozione provata a Bergamo era ancora troppo fresca per far finta che si trattasse di una gara qualunque. E’ stata veramente dura”.
Quando ha visto che il calendario prevedeva la prima partita del campionato contro le rossoblù cosa ha pensato?
“Ho pensato che il destino, quando vuole, può giocare dei tiri davvero cattivi. Non avrei mai voluto incontrare la mia ex squadra alla prima di campionato ma, com’è che si dice? Via il dente, via il dolore”.
Ci dica la verità: sta già pensando alla partita di ritorno?
“No, per fortuna no. Ci sono tante altre gare prima del mio ritorno a Bergamo. E’ presto per iniziare a preparami per il PalaNorda e ora non voglio nemmeno immaginare come vivrò quel momento".
Come se la passa lontano da Bergamo dopo 13 anni vissuti sotto le Mura venete?
“A Torino sto bene, non mi posso proprio lamentare. Ma Bergamo è Bergamo e, anche se posso passare per quella che si affida alla retorica, devo ammettere che è difficile. Della vostra città mi manca tutto, della Foppa mi manca tutto. Dal magazziniere alla massaggiatrice, dalla signora del bar sotto casa ai tifosi che mi fermavano per strada. Gente che mi è stata vicina per 13 lunghi anni, nei momenti belli e nei momenti brutti”.
E di Bonetti cosa ci dice? E’ stato il primo a difenderla dopo l’intervista pubblicata dal Corriere della sera in cui lei attaccava la Nazionale e alcune sue compagne.
“Luciano non si smentisce mai: è un vero signore. Colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente dopo la telefonata che in privato gli ho fatto subito, dopo aver letto quello che aveva dichiarato. Per me sentire quelle parole è stato motivo di grandissimo orgoglio”.
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