“Cristianità, famiglia e Stato – nel problema del lavoro”, questo è il titolo dell’incontro organizzato sabato mattina 13 ottobre dal Movimento di Responsabilità Nazionale. Si terrà nell’auditorium del Comune di Albino alle 10.30. Ospite d’onore Domenico Scilipoti, segretario nazionale del Movimento. Scilipoti, proprio lui, il personaggio balzato agli onori delle cronache per aver salvato il governo Berlusconi con il suo voto nel 2010 lasciando il gruppo dell’Italia dei Valori per fondare i “Responsabili”. E’ una figura controversa, soprattutto a causa del suo repentino cambio di casacca, ma anche per prese di posizione fuori dagli schemi.
Basta dare un rapido sguardo alla biografia contenuta su Wikipedia per capire come mai Scilipoti non sia ritenuto un esempio edificante di politico. “Il 9 dicembre 2010 dà vita, insieme ad altri due ex deputati del centro-sinistra (Bruno Cesario e Massimo Calearo) al Movimento di Responsabilità Nazionale. Il leader dell’IdV Antonio Di Pietro ha ipotizzato dietro al repentino cambio di opinioni di Scilipoti la corruzione da parte del partito del PdL e per questo ha richiesto l’intervento della magistratura[7]. Il 14 dicembre 2010 si è espresso per la fiducia al Governo Berlusconi IV. Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo hanno atteso la seconda chiamata per vedere se il loro voto sarebbe stato determinante (e così è stato). A Roma poco dopo il voto delle camere in piazza San Silvestro sfilano davanti alle telecamere dei Tg una ventina di immigrati con degli striscioni di sostegno alle decisioni di Scilipoti. Identificati dalla polizia, hanno dichiarato di essere lì per lavoro in quanto pagati dallo stesso deputato per far credere che esista un consenso sulle sue scelte[4][8]. A gennaio 2011 è tra i fondatori del nuovo gruppo a sostegno della maggioranza Iniziativa Responsabile[9] di cui viene eletto vicecapogruppo vicario[10] in rappresentanza della componente del Movimento di Responsabilità Nazionale[11]. All’interno del "Manifesto del Movimento responsabilità nazionale", divulgato nell’aprile del 2011, risultano poi testualmente ricopiate frasi del Manifesto degli intellettuali fascisti.[12] A giugno 2011 appoggia i referendum che abrogano quattro leggi promosse dal governo: "Mi auguro che il quorum ci sia e sia anche a favore dei sì".
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