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Il ricordo

Andreino Carrara, dalle lotte sindacali alle battaglie politiche

A undici anni dalla morte del senatore Andreino Carrara, il figlio Nicola tratteggia un ritratto del padre: sindacalista e politico. Il suo profondo credo religioso e il senso civico di servizio per la comunità.

A undici anni dalla morte del senatore Andreino Carrara, il figlio Nicola tratteggia un ritratto del padre: sindacalista e politico dalle profonde radici cattoliche. 

 

Il 6 ottobre prossimo ricorre l’11° anniversario della morte del Senatore Andrea Carrara. Vorrei ricordare alcuni momenti, forse quelli meno conosciuti, del suo impegno sociale che iniziò presto nelle Acli e successivamente nella Cisl presso la Dalmine, dove Andrea fu impiegato. Fine anni sessanta ed inizio settanta: nelle fabbriche i lavoratori si battevano per il riconoscimento dei loro diritti con assemblee e scioperi ma anche impegno al servizio di quella grande azienda conosciuta in tutto il mondo. Egli guidò una mobilitazione che portò molti lavoratori ad astenersi dal lavoro ed occupare l’autostrada (2 luglio 1969). Fu un’azione dimostrativa forte se si considera che per la prima volta i lavoratori “invadevano” un’autostrada.

Nella Democrazia Cristiana, partito nel quale già militava, vi erano colleghi dirigenti che non condividevano la sua azione sindacale e, talvolta, cercarono di contrastarla. Un’altra imponente manifestazione fu guidata da mio padre per le strade di Bergamo e conclusasi al Palazzetto dello Sport con un’assemblea. Negli anni settanta fu Consigliere d’Amministrazione degli Ospedali Riuniti di Bergamo, un’esperienza che lo avvicina al mondo socio-sanitario che resterà un ambito privilegiato della sua attività politica successiva. Nel 1972 insieme a Giorgio Brumat ed altri amici fonda l’AIDO, associazione diffusasi poi su tutto il territorio nazionale.

Nel 1975 è eletto Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana. Erano gli anni in cui la D.C. era il partito di maggioranza assoluta nella bergamasca e furono anche gli anni del terrorismo. Anche a Bergamo erano presenti alcune cellule terroristiche; egli fu nel mirino di queste ultime in due agguati dai quali riuscì fortunatamente a sfuggire. Nel 1980 divenne Presidente dell’USSL n. 29 di Bergamo fino al 1991. Fra le tante esperienze avviate sul territorio bergamasco in quel decennio si ricorda l’impegno per l’applicazione della Legge n. 180 sulle malattie mentali (legge Basaglia) realizzando iniziative e servizi innovativi per i pazienti psichiatrici e per i familiari. Nel 1989 venne eletto alla Camera dei Deputati e nel 1992 al Senato della Repubblica.

Segnalo tre leggi di cui si fece promotore:

1) riordinamento della medicina sportiva;

2) promozione di nuova occupazione giovanile;

3)nuova legislazione per i trapianti di organi.

L’attività politica degli ultimi anni fu contraddistinta da iniziative, anche solitarie, per la riproposizione della Democrazia Cristiana: era convinto che il modello bipolare che si era consolidato in Italia emarginava i cattolici in politica cancellando una tradizione che aveva consentito la ricostruzione italiana dalle macerie della 2ª guerra mondiale in un contesto di democrazia e libertà.

La messa di suffragio si terrà lunedì 8 ottobre 2012 alle 19 alla Chiesa della Casa del Giovane in via Gavazzeni, a Bergamo.

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