Non piace a nessuno, anzi si chiedono chi abbia potuto permettere uno scempio simile. Per chi come loro è nato o vive in Città Alta l’edificio del nuovo hotel San Lorenzo appare davvero fuori luogo. “Un vero scempio” afferma Dario Lozza, “Veramente terribile” aggiunge Mariagrazia Tresoldi, “E’ una vergogna che abbiamo approvato una progetto del genere, non ci sono parole” rimarca Francesca Cassinelli.
I commenti si sprecano sulla pagina Facebook di “Nati in Città Alta” e a dare il là alla discussione è Kiki Fumagalli. “Sono bastate due foto della facciata del nuovo hotel San Lorenzo e subito si è scatenato l’inferno – racconta Fumagalli –. Per noi che siamo nati o viviamo in Città Alta quell’edificio rappresenta davvero una ferita. Hanno rovinato per sempre piazza Mascheroni: non c’è sintonia con il contesto. Un tempo c’era una trattoria con un pergolato ora hanno lasciato che tremila metri cubi di un nuovo edificio venissero calati nel cuore della Bergamo più antica senza nessun gusto, senza un senso estetico adatto a Città Alta”.
Durante gli scavi sono stati anche rinvenuti dei resti di un’abitazione romana, come ha confermato recentemente una sovrintendente delle Belle Arti nel corso del convegno per l’apertura del museo della Cattedrale. La facciata del nuovo edificio era nell’attenzione della Sovrintendenza da tempo, lo aveva confidato già nell’agosto del 2009 anche l’architetto Giuseppe Napoleone: “Abbiamo molta perplessità sull’ampliamento dell’albergo San Lorenzo e sarebbe meglio una revisione del progetto. Si tratta infatti di una volumetria tale da nascondere completamente la vista sulla pianura e le montagne, ciò che dà particolare respiro a una piazza di delicato equilibrio con il palazzo Roncalli, il Carmine e il contrasto con la struttura chiusa della Cittadella. Sarebbe un deciso peggioramento per la città”.
Richiami caduti nel vuoto.
Anche se bisogna scavare nel tempo per comprendere come sia stato possibile arrivare all’attuale risultato. Nell’estate del 2007 l’asta legata alla procedura fallimentare dell’immobiliare Cenese vide tre partecipanti che rilanciarono la cifra di base. Al termine dell’asta la struttura se l’era aggiudicata per circa 5 milioni e mezzo di euro la Duemme Sgr, società del Gruppo Banca Esperia, la “private bank di Mediobanca, Mediolanum & Patners”. Una cifra da capogiro ma subito spiegata: il piano particolareggiato di Città Alta consentiva di sfruttare altri 3 mila metri cubi. Dopo gli scavi, il cantiere. Ora le impalcature che pian piano sono state smontate lasciano emergere la facciata: che non piace a molti.
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