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L'evento

Il tesoro e il museo che raccontano la fede della Chiesa di Bergamo fotogallery

Alle 18.30 di sabato 25 agosto 2012 si apre al pubblico il museo sotto il duomo di Bergamo che racconta le origini romane della città, la cattedrale paleocristiana di San Vincenzo e la successiva cattedrale romanica, fino alla ricostruzione rinascimentale dell'architetto Filarete.

Sono passati otto anni da quando nel 2004 l’impresario edile Mauro Rota, titolare della Domus Rota, scavando sotto il pavimento del duomo di Bergamo per l’impianto di riscaldamento si trovò di fronte gli sguardi dei Santi Bartolomeo, Santa Caterina e della Madonna. Sabato 25 agosto, alle 18.30, alla vigilia della festa del patrono sant’Alessandro la Diocesi di Bergamo apre al pubblico il museo della Cattedrale. Un tesoro e il suo scrigno.

Saranno presenti per l’occasione il Ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi e il Ministro per gli affari esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, oltre alle autorità e i rappresentanti delle istituzioni civili, militari e culturali della città e della provincia.

"Questo museo è un’opera che è un gesto di fede – afferma monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo -. Io non sono nato in questa città, ci sono venuto da vescovo e devo ammettere che la amo perché è bellissima. Vivere nel cuore di Città Alta permette di godere di quel gioiello che è Bergamo. Aprendo questo museo si scopre che questi scavi raccontano di una chiesa che vive in Bergamo da duemila anni. E’ la storia della nostra fede. E l’evento significativo dell’inaugurazione del Museo e Tesoro della Cattedrale è un momento ecclesiale che per il valore storico, artistico e culturale dell’antica Cattedrale e del suo scrigno assume profonda sintonia con il tessuto sociale della nostra Bergamo”.

Grazie alla campagna di scavi 2004-2012 condotta sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Archeologici, nel sottosuolo del Duomo di Bergamo sono emerse le tracce di una domus romana databile al I secolo d.C., di una antica cattedrale paleocristiana risalente al V-VI secolo e di una successiva cattedrale romanica del XII secolo, avvolte nella ricostruzione rinascimentale secondo il disegno dell’architetto romano Filarete.

La scoperta impone di riscrivere interi capitoli della storia della città. Mentre era convinzione comune che il precedente della cattedrale filaretiana fosse un’antica chiesa di modeste dimensioni, ingrandita in epoca rinascimentale, gli scavi documentano al contrario che già nel V-VI secolo la Cattedrale di San Vincenzo aveva le stesse dimensioni di quella attuale, testimoniando dunque la presenza di una comunità cristiana già strutturata, importante e in qualche modo abbiente. Il ritrovamento dei resti del riadattamento romanico (XI secolo) getta nuova luce anche sui rapporti fra l’antica cattedrale romanica di San Vincenzo con l’adiacente Basilica di Santa Maria Maggiore: i due edifici, lungo la loro storia, devono aver costituito un complesso di edilizia ecclesiastica caratterizzato da una “cattedrale doppia”.

Le scoperte quindi sono ampie e consistenti, e daranno occasione nei prossimi anni per un lavoro di approfondimento e di studio di enorme interesse.

La Diocesi di Bergamo desidera mettere a disposizione del pubblico il patrimonio culturale costituito da queste importanti scoperte. Ha quindi deciso di investire ulteriori risorse nella trasformazione degli scavi in un museo della cattedrale, volendo far conoscere la storia della propria chiesa attraverso le complesse e affascinanti vicende costruttive che hanno coinvolto l’edificio della Cattedrale. È forse la prima volta a livello nazionale che un sito archeologico diventa un vero e proprio Museo. L’operazione è stata affidata alla Fondazione Bernareggi, a cui fa già capo il Museo diocesano Adriano Bernareggi, che ha affidato il progetto alla direzione dell’architetto bresciano Giovanni Tortelli. L’idea, già resa nota tre anni fa in occasione delle Giornate Internazionali di Studi promosse dalla Cattedrale, si è concretizzata in un progetto che comprende una sezione archeologica e una sezione espositiva. La sezione archeologica contempla tra i tanti ritrovamenti, resti di una strada del foro romano con annessi abitativi, brani di mosaici paleocristiani, sepolture monumentali (come quella del vescovo Giovanni Bucelleni, morto nel 1472), il recinto presbiterale di epoca medioevale, aule sepolcrali risalenti al progetto del Filarete.

Nell’area che doveva essere occupata dall’antico presbiterio, non più visibile, trovano invece collocazione alcuni preziosi oggetti di arte e di liturgia un tempo legati a questo luogo (il cosiddetto tesoro del Duomo): calici, reliquiari, croci, affreschi e paramenti sacri.

Il nuovo Museo, nell’intento di accostare all’interpretazione archeologica e storico-artistica degli scavi anche una dimensione più squisitamente ecclesiale, si propone dunque di accostare il visitatore all’atmosfera di sacralità e di bellezza che un tempo ha caratterizzato la vita dell’antica cattedrale di Bergamo.

Importante e decisisvo è stato anche il contributo della Fondazione Credito Bergamasco.

Domenica 26 agosto, giorno della solennità di Sant’Alessandro patrono di Bergamo, il Museo sarà aperto per visite gratuite dalle 15 alle 20.

Il museo aprirà al pubblico da martedì 28 agosto.

 

INFO:
Orari: da martedì a domenica dalle ore 9,30 alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,30. Lunedì chiuso

Prenotazioni: Fondazione Adriano Bernareggi Via Pignolo, 76 – Bergamo tel. 035 248 772 www.fondazionebernareggi.it info@fondazionebernareggi.it

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