L’acciaieria Ilva di Taranto, la più grande d’Europa, conta sei altiforni. Secondo la magistratura di Taranto l’acciaieria inquina e ordina il sequestro degli impianti, la chiusura e la bonifica.
Il diritto al lavoro – l’impianto pugliese dà lavoro ad oltre 11 mila lavoratori – e il diritto alla salute infiamma e divide l’opinione pubblica.
Marco Bellini, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, e l’ex Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi si confrontano a Bergamonews sull’acciaieria di Taranto.
“La vicenda dell’Ilva di Taranto dimostra come in Italia ci sia la volontà di distruggere l’industria. L’intero problema sia stato approcciato senza una visione e una cultura industriale – afferma Bellini -. Si è agito d’istinto, mentre si poteva intervenire in modo più razionale, creando un piano di azione che fosse coerente con la politica industriale, salvasse il lavoro e tutelasse l’ambiente e quindi la salute dei cittadini di Taranto”.
Secondo Edo Ronchi, già Ministro dell’Ambiente, invece: "Per anni si è inquinato, si ripete spesso in questi giorni che bisognava intervenire prima, ed è vero, ma l’ennesima deroga sposterebbe il problema più in là senza risolverlo. C’è il problema del lavoro si dice, ma se è per questo c’è anche il problema della casa eppure non è permesso l’abusivismo. Si rispetti la legge, poche settimane per un progetto di riqualificazione e poi si parta. Non è interesse di nessuno chiudere l’Ilva, ma l’interesse di tutti è la salute. Si lavori nel rispetto della Legge".
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