L’Italia dei Valori ha presentato mercoledì mattina in Corte di Cassazione a Roma quattro nuovi quesiti sui quali chiamare gli elettori ad abrogare altrettante norme: in ballo ci sono il contratto nazionale del lavoro, il licenziamento illegittimo, i rimborsi elettorali e la diaria parlamentare.
“Dobbiamo ridare ai cittadini il diritto di poter decidere – ha esordito il leader bergamasco dell’Idv Antonio Di Pietro – ma come in questo momento ce n’è bisogno. Il Parlamento ogni giorno viene espropriato delle proprie funzioni”.
L’Italia dei Valori ha presentato quattro quesiti, di cui due attinenti all’articolo 18 e alla riforma Fornero sul mercato del lavoro, “per chiedere ai cittadini in primo luogo se ritengono giusto che ci siano dei diritti minimi dei lavoratori in un contratto nazionale e non che si possa fare tutto ciò che si vuole all’interno di una fabbrica; in secondo luogo per chiedere che se avviene un licenziamento illegittimo certificato da un Tribunale questo sia revocato e non sia tutto passato in gloria da una mancia da dargli perché è chiaro che in questo modo torneremmo al colonialismo, al lavoratore come schiavo”.
Gli altri due sono referendum “anti-casta”, per abolire i finanziamenti ai partiti e per eliminare la diaria: “Ci sono due quesiti che riguardano direttamente il ruolo dell’attività politica parlamentare. Volete voi che chi fa politica torna a farlo come servizio o deve essere un’occasione per sistemare sé stesso? Non più un finanziamento ai partiti e non più doppio stipendio attraverso il giochino della diaria. Quattro quesiti: due che attengono ai diritti delle fasce sociali più deboli e due ai doveri delle fasce sociali più abbienti”.
Se la Cassazione darà il via libera, la raccolta delle 500mila firme necessarie per indire i referendum inizierà il prossimo 6 ottobre: in questo modo potranno essere ricontrollate dalla Cassazione stessa a inizio 2013.
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