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Bob Dylan brinda a Barolo Concerto nelle Langhe

Su La Stampa Piero Negri annuncia il concerto di Bob Dylan, atteso lunedì 16 luglio a Barolo, unica tappa italiana del suo Neverending tour.

Su La Stampa Piero Negri annuncia il concerto di Bob Dylan, atteso lunedì 16 luglio a Barolo, unica tappa italiana del suo Neverending tour.

 

"Io odio i poeti», disse Patti Smith quando incontrò per la prima volta Bob Dylan. Accadde molti anni fa, quasi quaranta, in un locale di New York che non esiste più, quando Dylan andò, in incognito, ad assistere a uno dei primi concerti del neonato gruppo rock di Patti Smith.

«Percepivo un’atmosfera particolare, una speciale elettricità nell’aria, e non sapevo spiegarmi perché. Finché, a fine serata, in camerino apparve lui, il mio eroe, bello, intelligente e sarcastico: "C’è qualche poeta, da queste parti?", chiese. E io gli risposi, appunto, che i poeti li odiavo».

NEL 1995 Un incontro dai toni di sfida che portò, più di vent’anni dopo, a una collaborazione: «Era il 1995, io non suonavo dal vivo da quindici anni racconta ancora Patti Smith – e mi chiese di fare un tour con lui. Mio marito era appena morto, lui disse che tornare sul palco mi avrebbe aiutato a riconquistare le vecchie sicurezze. Tanto che mi offrì di duettare in una canzone, una delle sue. Scelsi Dark Eyes , un pezzo del 1985, bellissimo. E una sera, quando ci trovammo a cantare nello stesso microfono, mi accorsi di un dettaglio che non potrò mai dimenticare. Un filo di sudore mi scendeva dal naso e un filo uguale scendeva dal suo: guardai in basso, verso il microfono, vidi i nostri sudori che si mescolavano sul rivestimento del microfono, pensai che la vita è proprio strana, e che se sei capace di attendere abbastanza a lungo tutto può accadere, anche che il tuo sudore si mescoli a quello di Bob Dylan, l’eroe della tua giovinezza, quello che imbracciando una chitarra elettrica ti ha cambiato la vita».

Tutto può accadere, anche che Bob Dylan (come Patti Smith, se è per questo) venga a suonare a Barolo, nelle Langhe, una capitale mondiale del vino di qualità che finora non aveva mai fatto la sua comparsa sulle mappe planetarie della musica rock.

Dylan chiude oggi la quarta edizione di «Collisioni», un festival letterario che è gradualmente (e con grande successo) migrato verso la musica. Quest’anno vi hanno partecipato, oltre a Dylan e Patti Smith, anche Zucchero, Boy George, il disc jockey Claudio Coccoluto, Vinicio Capossela, e gli organizzatori dichiarano per le prime due giornate, quelle di venerdì e sabato, un afflusso di 45 mila spettatori.

Dylan chiude oggi la serie di incontri con un concerto che si è incastrato all’interno di un giro europeo che è partito dall’Inghilterra il 30 giugno e si conclude in Francia (a Carhaix, in Bretagna) il 22 luglio.

Dal 1988, dicono i cultori della materia, Dylan si è imbarcato in un «never ending tour», una tournée infinita con brevi pause e pochissime variazioni, che proprio perché spesso sono minime gli esperti soppesano con grande cura.

Bene, questa volta pare proprio che la novità ci sia, e non piccola: per la prima volta, e per la metà dei brani in scaletta, Dylan suona dal vivo il pianoforte a coda. Negli ultimi dieci anni, le tastiere (suonate in piedi) avevano sostituito la chitarra per una buona parte dello spettacolo, per motivi che avevano più a che fare con l’età che con l’arte. La chitarra affatica la schiena e le dita, e Dylan lo scorso maggio ha compiuto 71 anni.

Meglio passare al pianoforte a coda, che si suona seduti sullo sgabello, e meglio ripassare il proprio sterminato repertorio con qualche, sia pur minima, concessione alle richieste del pubblico. Anche così si può interpretare l’altra grande novità degli ultimi concerti europei, e cioè la presenza, come unico e conclusivo bis, di Blowin’ In The Wind , l’inno all’idealismo Anni Sessanta che Dylan eseguì per la prima volta 60 anni fa, nell’aprile del 1962, e che forse proprio per questo è tornato in scaletta.

Dylan non l’ha inserito nei suoi concerti molto spesso negli ultimi anni, mentre negli ultimi dieci concerti è mancata solo due volte. Certo, nella piazza di Barolo, circondata da tre lati dalle belle colline delle Langhe, battute da quel vento che sa di mare e che qui chiamano appunto «marin», sarebbe proprio un peccato che facesse un’eccezione. I biglietti, seimila, sono andati esauriti in pochi giorni, c’è attesa per un evento che si immagina irripetibile, e stasera Blowin’ In The Wind decisamente non può mancare.

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