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Bergamo

Lavoro: riforma è legge E la Cgil protesta con lettera al prefetto

Presidio fuori dalla Prefettura di Bergamo in protesta contro il voto di fiducia del DDL al Senato: il sindacato di via Garibaldi dice no alla riforma del lavoro.

Dopo i quattro voti di fiducia su altrettanti articoli della riforma del lavoro, già approvata dal Senato, anche la Camera dà il via libera al DDL lavoro.

E in tutta Italia la CGIL sta protestando. Dopo lo sciopero generale di quattro ore che ha visto a Bergamo la sola CGIL incrociare le braccia il 14 maggio e dopo un presidio fuori dalla Prefettura di via Tasso in protesta contro il voto di fiducia del DDL al Senato, mercoledì alle 18.00 il sindacato di via Garibaldi ha espresso di nuovo la propria contrarietà alla riforma del lavoro incontrando il Prefetto e consegnandogli una lettera di denuncia. La delegazione era guidata dal segretario generale provinciale della CGIL, Luigi Bresciani. Con lui erano presenti: Luciana Fratus, Giacomo Pessina, Fulvio Bolis e Stefano Previtali per la segreteria provinciale della Camera del Lavoro, Eugenio Borella, segretario generale provinciale della FIOM-CGIL, Angelo Chiari, segretario generale provinciale della FILLEA-CGIL, Marcello Gibellini della segreteria SPI-CGIL, Valentina Cappelletti, segretario generale provinciale della FILCTEM-CGIL, Cesare Beretta, segretario generale provinciale della FILT-CGIL, Giuseppe Errico segretario generale provinciale di NIDIL-CGIL, Luisa Carminati della segreteria FP-CGIL e Roberta Locatelli della SLC-CGIL. “Le preoccupazioni sono tante nel nostro Paese, sono forti anche nella nostra collettività” ha detto il Prefetto Camillo Andreana davanti alla delegazione di sindacalisti. “Ne ho la prova anche dalle tante lettere accorate che riceviamo e che chiedono più attenzione e gesti di vicinanza. L’augurio è quello di cercare di ricompattare la tenuta di questa società”. Di seguito, il testo integrale della lettera presentata in Prefettura: “Il DDL sul mercato del lavoro è un provvedimento iniquo e inadeguato, che non migliora la qualità del lavoro nel nostro Paese e non aumenterà l’occupazione soprattutto per i giovani. Il DDL riduce gli ammortizzatori sociali e non universalizza le tutele in caso di perdita del lavoro, aumenta il contributo a carico dei precari e non dà loro maggiori tutele, rende legittime le finte partite Iva con soli 700 euro al mese, un limite bassissimo che facilita l’abuso di questo strumento. Serve invece un DDL che riduca le 46 forme contrattuali, servono regole chiare per impedire gli stage truffa e l’uso improprio dei contratti atipici. Serve un serio contrasto alla precarietà del lavoro, politiche attive del lavoro efficaci e finalizzate ad una occupazione stabile e tutelata, un diritto del lavoro che renda più certa ed esigibile la tutela contro i licenziamenti illegittimi. Serve soprattutto un vero piano di crescita del Paese che promuova la buona occupazione. Porre la fiducia sul DDL è l’ennesimo ricatto perpetrato ai danni dei lavoratori e non servirà a nulla se non a peggiorare le condizioni di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

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