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L'intervento

Fornero a Bergamo bacchetta gli imprenditori “Un freno ai precari” fotogallery

Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenuta all'assemblea di Federmeccanica a Bergamo striglia gli imprenditori che "abusano" dei contratti a termine, spiega la riforma del lavoro e chiede di avviare insieme un percorso comune per tornare a creare benessere in Italia.

“Presidente, lei assume apprendisti? E insegna qualcosa a loro? Ecco, allora mi spieghi perché dopo averli formati un imprenditore non dovrebbe assumerli con un contratto subordinato a tempo determinato?”. È la domanda che il ministro Elsa Fornero rivolge al presidente di Federmeccanica Pier Luigi Ceccardi.

In un teatro Donizetti che pare un altoforno industriale, il ministro Fornero è l’unica persona che riesce a mantenere la giacca, la piega e che non si scompone davanti agli attacchi. Anzi, ribatte. Ma non per difesa, per lanciare un appello all’unità: “serve fiducia, serve un rapporto reciproco che ci veda impegnati tutti per uscire da questa crisi. Ognuno faccia la sua parte”.

Sale sul palco del teatro alle 16 e per oltre quarantacinque minuti spiega, rimarca, chiarisce la riforma del lavoro che l’ha vista protagonista. Chiede di abbandonare l’idea che sia “un compromesso, che potrebbe essere letto come un accordo al ribasso, ma credo si debba riconoscere che si tratta di una ricerca di equilibrio che ci ha visti impegnati ad ascoltare voi, come imprenditori, noi come governo e i sindacati che rappresentano i lavoratori e quindi tutte le parti sociali”.

Fuori dal Donizetti la contestazione sale: fischi, urla, slogan. Dentro, in platea, oltre il caldo torrido regna un’attenzione silenziosa.

Il ministro abbandona la relazione che si era preparata, parla a braccio. Tratta una lezione che sa e che conosce benissimo: il lavoro. Contesta, discussa, rimane una preparata professionista. Questa volta non sale in cattedra, anche se spiega il percorso che ha portato alla riforma del lavoro che il Parlamento dovrà approvare settimana prossima, ma tiene una lezione di buon senso e di fiducia.

“Abbiamo lavorato per creare una riforma che permetta al mercato del lavoro di essere inclusivo e dinamico – afferma il ministro –. Ci siamo concentrati perché il fulcro sia un contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato e porre un limite alla precarietà. In questi dieci anni si è abusato con i contratti a tempo. È ora di mettere un freno. Quando sento parlare di produttività mi chiedo come si possa immaginare che un lavoratore sia produttivo quando fra sei mesi non ha la certezza di vedersi rinnovato un contratto? Ci sono degli atteggiamenti che dobbiamo cambiare. Se un lavoratore impara, cresce, si forma ed ha un contratto di lungo periodo sarà più motivato a produrre per l’impresa per cui lavora”.

Sull’apprendistato Fornero è categorica: “E’ un contratto su cui abbiamo puntato. Se un’impresa insegna ad un lavoratore, lo Stato si impegna a far pagare meno tasse all’impresa, ma poi questo contratto deve tramutarsi in un rapporto stabile e duraturo. Quando ho chiesto quanti apprendisti venivano riconfermati, le imprese mi hanno assicurato che erano pari all’80m al 90%, poi quando ho proposto di inserire la misura che il 50% degli apprendisti venisse assunto, al termine del proprio apprendistato, a tempo indeterminato si è squarciato il cielo delle proteste”. Quindi il ministro rivolge la domanda al presidente di Federmeccanica: “Presidente, lei assume apprendisti? E insegna qualcosa a loro? Ecco, allora mi spieghi perché dopo averli formati un imprenditore non dovrebbe assumerli con un contratto subordinato a tempo determinato?”.

La lezione di Fornero continua, con quelle mani che si destreggiano più di quelle di Mina nei video di Canzonissima, e chiude sugli “esodati” parola che confessa di non essere di sua creazione e che detesta.

“Dobbiamo pensare che una persona quando perde il proprio posto di lavoro possa ricollocarsi nel mercato per la professionalità che ha acquisito – conclude –. Non possiamo pensare di consegnare un assegno mensile e di restare fuori dal mondo produttivo, o di trovare uno scivolo, un prepensionamento. Dobbiamo ribaltare le nostre prospettive: una persona deve poter essere sempre nelle condizioni di poter lavorare. Anche quando è anziana, magari con un contratto a termine che l’accompagni alla pensione, ma che possa sempre lavorare”.

E se il presidente di Federmeccanica aveva parlato di possibile declino, Fornero osserva il profilo di Città Alta che fa da sfondo all’assemblea: “Non saremo la Germania, ma credo che un Paese che vanta questo patrimonio non possa essere destinato al declino. Lo so, sono stata criticata, mi avete criticato, ma possiamo avviare insieme un percorso perché questo paese torni a creare valore aggiunto e benessere”.

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