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Bergamo

Rifondazione Comunista: “No Imu su case popolari e delle cooperative”

Presidio e raccolta firme per martedì 19 giugno davanti a Palazzo Frizzoni mentre il Consiglio comunale di Bergamo si riunirà per votare il bilancio.

Riceviamo e pubblichiamo l’appello di Rifondazione Comunista che per martedì 19 giugno organizza un presidio e una raccolta firme davanti a Palazzo Frizzoni mentre il Consiglio comunale di Bergamo si riunirà per votare il bilancio. Rifondazione Comunista chiede che non si applichi l’IMU sulle case popolari e sulle cooperative.

 

"In Italia il 10% più ricco della popolazione ha il 45% della ricchezza, ma non paga il 45% delle tasse. Lavoratori e pensionati pagano l’82% dell’Irpef e gran parte dell’Iva. Inoltre l’evasione ogni anno è pari a 130 miliardi. Il Governo Berlusconi-Bossi, dopo aver cancellato l’Ici, con il federalismo fiscale, ha introdotto l’Imu, che prevedeva il ritorno della tassa sulla casa. Tassa subito attivata dal governo Monti: ovvero il governo delle banche e della Finanza sostenuto da Berlusconi – Casini – Bersani. Monti nella recente manovra finanziaria l’ha subito reinterpretata portandola a valere più del doppio della vecchia ICI. La nuova imposta è “municipale” solo nel nome, perché – nonostante gli aumenti rispetto alla vecchia ICI – non porterà risorse aggiuntive nel bilancio dei comuni, anzi i comuni, tenuto conto dei tagli alle risorse, avranno nel loro bilancio solo il 73% del gettito della vecchia ICI, nonostante il prelievo immobiliare ammonti ad oltre il doppio (il 133% rispetto all’ICI 2011). L’ANCI di Bergamo stima che i bergamaschi saranno tenuti a versare complessivamente per questa nuova tassa 430 milioni di Euro (il comune di Bergamo stima in 44 milioni il carico che ricadrà sugli abitanti della città di Bergamo).

Sull’IMU la posizione del Partito della Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra è sempre stata che la prima casa è un diritto. Con l’introduzione dell’IMU, invece, il governo Monti ha deciso di introdurre una sorta di “patrimoniale dei poveri”, una misura davvero odiosa.La nuova IMU sugli immobili si configura di fatto come una tassa iniqua che colpisce i lavoratori, i pensionati e i ceti più deboli. L’IMU servirà per rimettere in sesto i conti dello Stato e soddisfare gli interessi degli speculatori finanziari, i veri responsabili della crisi che stiamo vivendo.

Anziché tassare i grandi patrimoni e le banche, Monti tassa un bene che per tanti cittadini rappresenta un diritto conquistato con grandi sforzi e sacrifici. Infatti il governo si è guardato bene dal varare la patrimoniale, ha confermato l’acquisto di decine di inutili cacciabombardieri F-35 e ha esonerato dal pagamento dell’IMU le fondazioni bancarie, mentre la farà pagare alle case popolari e agli anziani che sono negli ospizi. L’IMU avvantaggia i redditi alti, infatti la nuova imposta assorbe l’Irpef sugli immobili. Così piccoli e grandi proprietari pagano la stessa aliquota senza tenere conto della progressività delle imposte. La progressività è una caratteristica del nostro ordinamento tributario; l’art. 53 della Costituzione dispone in tal senso: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Se tutto questo si chiama “Salva Italia” non osiamo pensare a cosa avrebbe potuto fare Monti se gli avessero chiesto di distruggere l’economia nazionale. Profonda è la palude burocratica in cui finiscono i soldi di chi la tassa la paga. Mentre chi li osserva dall’alto di lussuose palafitte può brindare al "Sobrio governo di classe".

Come PRC-FDS proponiamo quindi di abolire l’IMU e di sostituirla con una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze. Tassando i patrimoni a partire dagli 800.000 euro è possibile ottenere un gettito di oltre 20 miliardi, ben al di sopra di quello derivante dall’IMU. In questo modo oltre che una misura di giustizia sociale al posto di una iniqua, vi sarebbero le risorse per fare un reddito sociale per i disoccupati e una riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati.

No all’IMU sulle prime case non di lusso. Si alla patrimoniale sui ricchi e il blocco dell’esportazione dei capitali all’estero (per evitare una fuga di capitali al fine di non pagare questa patrimoniale) – Chiediamo che le amministrazioni bergamasche si impegnino a aprire una vertenza con il governo e coi partiti che lo sostengono affinché sia abolita l’IMU e sostituita con nuove rimesse statali finanziate con misure che colpiscano la grande ricchezza e i grandi patrimoni.

Chiediamo a questa Amministrazione Comunale che, nell’ambito della potestà regolamentare in materia di entrate previsto dall’art. 52 del D.Lgs. 23/2011 e art. 13 del D.L. 201/2011, agisca per cancellare la quota destinata al Comune in analogia a quanto stabilito dallo Stato, esentando così completamente le case popolari da quell’imposta come richiesto dall’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Bergamo. In subordine, qualora il Comune non voglia cancellare la propria quota in conformità a quanto stabilito dallo Stato, si richiede che le risorse incassate confluiscano in un apposito fondo vincolato alla realizzazione di nuovi alloggi ERP o a manutenzione di alloggi ERP esistenti ma degradati. –

Chiediamo che l’IMU sulle seconde case sia articolato su diversi livelli impositivi per non trattare chi ha una seconda casa alla stregua di chi ne possiede decine. Vanno infatti fissati criteri di maggiore equità e progressività che tengano conto del patrimonio edilizio complessivo e introducano correttivi rispetto alle palesi distorsioni introdotte dal governo a favore dei ceti sociali più ricchi".

Partito della Rifondazione Comunista 

 

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