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O la borsa o la vita

Per tornare a crescere il parassita pubblico faccia passi indietro

J. T. non è del tutto pessimista anche se sono parecchie le variabili per rivedere la luce. Intanto è convinto che l'euro resisterà perché serve anche ai tedeschi.

di J.T.

Difficile orientarsi nel fuoco mediatico che avvolge i mercati finanziari.

L’economia è una scienza che si nutre di astrazioni ma nel lungo termine si basa sul buon senso, da usare per capire, più raramente per prevedere.

La crisi in atto si concentra su aziende deboli, partendo dalle più marginali e meno rilevanti sia per comparto d’attività che per tipo di business; particolarmente colpito il settore immobiliare vittima di una bolla speculativa intensa. Il crack delle aziende si espande a catena sull’occupazione, sui consumi, sulle entrate fiscali, sulla credibilità del rimborso dei debiti sovrani e sui sistemi bancari. In questo processo è pesantemente coinvolta anche l’Italia le cui imprese soffrono di nanismo, sottocapitalizzazione e scarsità di rating creditizio; aggrava il quadro la bolla immobiliare che, seppur meno intensa che in Spagna, lascia le sue impronte sulle sofferenze bancarie, la cui consistenza è controversa.

In Italia il debito pubblico ha parametri fuori controllo e assistiamo al disimpegno di controparti estere che ritirano i loro investimenti in titoli di stato: la liquidità scarseggia e peggiora con le settimane.

Abbiamo ricordato che dal 2001 alla scorsa estate il saldo della nostra posizione verso l’estero è peggiorata di circa 8 volte da – 50 miliardi a – 410 miliardi nella totale inazione del governo.

Per fortuna i tassi d’interesse applicati ai mutui di privati ed aziende sono molto bassi perché il tasso indice ‘euribor’ dal 4,90% del Giugno del 2008 oggi staziona a 0,70% con molto vantaggio per i debitori stante la diminuzione delle rate di rimborso.

E’ rilevante la questione dell’alto spread tra tassi sul debito pubblico di economie deboli e tassi sul debito pubblico tedesco: però appare più un lucro cessante (o sperato lucro cessante) per i debitori deboli, che danno emergente.

In questa situazione di penuria finanziaria chi si aspetta un rapido ritorno alla crescita resterà, molto probabilmente, deluso.

La fonte finanziaria per la crescita dovrebbe essere il taglio delle spese dello Stato ed il disinvestimento di attività pubbliche da cedere ai privati; se qualcuno crede che i boiardi di Stato, i politici o i supermanager di banca si taglino lo stipendio e vendano la loro ‘sinecura’ si illude, anche perché una larga fetta di questi personaggi vede come ricetta un aumento della spesa pubblica, non si capisce con quali soldi.

I problemi che schiacciano l’Italia ci accompagnano da decenni e si sono via via amplificati sino a diventare mostri informi.

Quindi? Serve che le energie del mercato si ricompongano e trovino il sentiero della crescita basata su schemi nuovi; serve che il parassita pubblico faccia qualche passo indietro.

Serve che questa ‘distruzione creatrice’ segua il suo corso e che la politica si rigeneri dalle radici.

Serve non dare per scontato che siamo belli ricchi e felici per l’eternità.

Per concludere sono convinto che l’euro resista perché la Germania è nella situazione dei condomini che devono pagare l’acqua anche di chi non la paga, se non vogliono vedersi tagliata la fornitura. L’Euro serve molto anche ai tedeschi, ma non si può pretendere che paghino per sempre.

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